In attesa del processo che sarà celebrato in Tribunale a Latina e dopo la richiesta di patteggiamento presentata da Andrea Ciufo ritenuto il presunto responsabile della rapina al Q4 che aveva fruttato 68mila euro, i giudici della Corte di Cassazione hanno depositato le motivazioni relative al rigetto del ricorso presentato dal 44enne subito dopo che era stato sottoposto ad una misura restrittiva per la rapina in cui era rimasto coinvolto anche Christian De Lucia. Il gip del Tribunale di Latina infatti aveva convalidato il fermo della Squadra Mobile per rapina aggravata e poi anche per il reato di ricettazione e infine porto abusivo di arma. Secondo quanto sostenuto dal difensore dell'indagato, gli indizi di colpevolezza sono rappresentati da una identificazione illegittima del presunto responsabile, sulla base delle dichiarazioni di una persona che si trovava a 150 metri dai fatti e sula base di un riconoscimento su un album fotografico con persone che non somigliavano all'indagato. Sempre la difesa ha sostenuto nel ricorso che i contatti telefonici, la polizia ha monitorato 86 conversazioni, tra Ciufo e l'altro indagato anche lui arrestato dalla polizia, ma nel corso di quattro mesi. I giudici della Corte di Cassazione Mirella Cervadoro e Antonio Saraco, hanno rigettato il ricorso accogliendo quello che aveva sostenuto il procuratore generale Olga Mignolo che aveva chiesto l'inammissibilità.
La decisione
Latina, assalto al Q4 le motivazioni della Cassazione per Ciufo
Latina - Respinta la richiesta della difesa che ha sostenuto che il riconoscimento è avvenuto a 150 metri di distanza