Sarà la Dda di Roma a riformulare l'accusa nei confronti di Renato Pugliese per l'estorsione ai danni di un ristorante di Sermoneta nel settembre del 2016. Ieri mattina, infatti, durante l'udienza preliminare nel corso della quale si doveva decidere sul rinvio a giudizio di Pugliese, il pubblico ministero, Claudio De Lazzaro, ha chiesto il rinvio degli atti alla Direzione Distrettuale di Roma in quanto gli viene contestata l'aggravante del metodo mafioso. Per questa stessa vicenda erano imputati anche Agostino Riccardo, Ferdinando Di Silvio detto Pupetto e Samuele Di Silvio, giudicati in altra sede. Riccardo ha riportato in secondo grado una condanna a 3 anni e sei mesi dopo aver scelto il rito abbreviato; i fratelli Di Silvio invece hanno avuto una sentenza batosta lo scorso 18 gennaio dal Tribunale di Latina che ha comminato loro la pena di 9 anni di reclusione, per Ferdinando, e otto anni per Samuele; per entrambi era stata riconosciuta l'aggravante mafiosa. La posizione di Renato Pugliese invece era stata stralciata perché subito dopo l'arresto per quella estorsione, a dicembre 2016, il figlio di Costantino Di Silvio, detto Cha Cha, decise di collaborare con la Giustizia. Ieri era presente nell'udienza del giudice La Rosa in videocollegamento da una località segreta in cui si trova in regime di protezione. La vicenda di cui deve rispondere è relativa alle minacce per fini estorsivi fatte ad un ristoratore in località Chiesuola.