Meno di due anni trascorsi sul ponte di comando della Questura di Latina, ma è stata un'esperienza piena e ricca di risultati. Carmine Belfiore non ne fa un vanto, e preferisce parlare di una felice convergenza di intenti all'interno del sistema di sicurezza pontino coordinato dal Prefetto Maria Rosa Trio, e costantemente sostenuto da Procura della Repubblica e Tribunale.
«Ho trovato fin dall'inizio grande sinergia tra le forze dell'ordine provinciali - spiega il Questore che già domani assumerà il nuovo incarico al vertice dei sistemi di sicurezza del Senato - Questo ha consentito a tutti, carabinieri, guardia di finanza e polizia, di poter lavorare al meglio delle possibilità, con risultati mai unidirezionali e, nei casi di applicazione di misure restrittive, quasi sempre confortati da pronunce favorevoli del Tribunale del Riesame».
Al netto del giusto riconoscimento agli altri corpi di sicurezza, Carmine Belfiore se ne va da Latina con il carniere pieno: sotto la sua direzione sono andate in porto operazioni di polizia come Arpalo, Alba Pontina, Mosaico, Commodo, alle quali vanno aggiunte le attività ordinarie di contrasto ai fenomeni dei furti e delle rapine, delle violenze contro le donne e delle aggressioni in strada ai danni di adolescenti.
«Mi piace dire che il nostro è stato un lavoro a tutto tondo, con risultati ottenuti sul versante della corruzione nei ranghi della politica, della criminalità di spessore ed anche organizzata sul tipo mafioso, del terrorismo internazionale, del fenomeno del caporalato. Insomma, abbiamo cercato di dare a questo territorio provinciale, in maniera onesta e semplice, quello di cui ha costantemente bisogno: attenzione e dedizione da parte delle istituzioni e delle donne e degli uomini che le rappresentano».
E di questo territorio così particolare cosa si porterà dietro?
«Senz'altro l'esperienza maturata in ventuno mesi di lavoro a tratti anche duro. Quella di Latina è una provincia che si articola in maniera diversa in ogni pezzo di territorio e che dunque richiede una grande flessibilità e una capacità molto sviluppata di interpretazione delle dinamiche sociali ed economiche. Quello che può valere per il sud della provincia non vale al centro e nemmeno al nord, malgrado stiamo parlando di un asse di circa 150 chilometri dal Garigliano al confine nord di Aprilia. Debbo dire che ho avuto la fortuna di trovare colleghi e uffici molto validi, capaci di gestire in maniera brillante le rispettive zone di competenza».
Tutto bene, tutto perfetto, niente rimpianti, niente recriminazioni?
«Sono sereno perché penso e spero di aver fatto quello che dovevo. Non ho rimpianti, anche se si può sempre fare meglio di quello che si fa. E poi mi lasci dire che il coronamento delle nostre attività e la soddisfazione per averle portate a termine passa anche attraverso il vostro lavoro di cronisti; senza l'attenzione degli organi di informazione i nostri successi non sarebbero tali. Certo, anche qualche sconfitta passerebbe inosservata, ma ritengo siano più le cose che riusciamo a fare rispetto a quelle che non portiamo a termine».
C'è qualche insuccesso che l'ha fatta riflettere e di cui si ricorderà?
«C'è il caso del carabiniere che si è suicidato a Cisterna dopo aver ucciso le due figliolette, quella è stata una vicenda dolorosa. Non la considero un insuccesso, forse qualcosa di più grave, che si chiama impotenza e che è la situazione peggiore che possa capitare a chi mette la propria esistenza al servizio degli altri. Lì abbiamo vissuto tutti un momento di grande costernazione».
Si può fare tesoro di quel genere di sconfitte?
«Spero di non dovermi trovare mai più di fronte a fatti del genere, e non lo auguro a nessuno dei miei colleghi. Non riesco a trovare qualcosa di positivo ripensando a quella tragedia».
E allora proviamo a cercare qualcosa che La aiuti a pensare positivo.
«Beh, posso dire che grazie a tutti gli uomini della Questura non soltanto lascio traccia del mio passaggio a Latina con una serie di operazioni portate a termine, ma consegno alla collega che verrà a prendere il mio posto diverse attività già fatte, alcune anche importanti, che aspettano soltanto di essere rifinite e chiuse. E poi mi piace sottolineare che per la prima volta nella storia di questo territorio abbiamo contemporaneamente due collaboratori di giustizia che stanno fornendo un bagaglio di conoscenza importantissimo a tutte le forze dell'ordine e alla magistratura. Ne sentiremo parlare per un po', e in ogni caso credo di poter dire fin d'ora che questa provincia ha scavalcato un confine importante da cui non sarà più possibile tornare indietro».
Di quale confine sta parlando?
«Di quello rappresentato dalla conoscenza e dalla consapevolezza dell'esistenza di una rete di interessi capaci di mettere insieme criminalità e colletti bianchi. Ora che è tutto più chiaro, non sarà facile ricostituire una rete del genere sfuggendo al controllo delle forze dell'ordine».
Tra qualche giorno ci sarà la festa della Polizia che Lei ha voluto organizzare all'interno del Mercato Ortofrutticolo di Fondi. Per arrivare a dire cosa?
«La simbologia cercata portando la festa della polizia al Mof è quella di dimostrare che non ci sono presidi che possano sfuggire al controllo delle istituzioni. Andiamo nel cuore del Mof insieme ai ragazzi delle scuole per dimostrare con la nostra presenza che la legalità arriva dappertutto, anche nei luoghi fino a ieri considerati tabù per la legalità».