"Gloria? Ad un certo punto è sparita. Ricordo che quando la facevano prostituire sull'asse attrezzato a Frosinone, c'era lei sulla strada e i figli in macchina, anche fino alle cinque di mattina e questa cosa era terribile" . E' una vicina di casa di Gloria Pompili a offrire un altro spaccato della vita della giovane di 23 anni, massacrata di botte e uccisa a Prossedi nell'agosto del 2017 durante il viaggio da Nettuno a Frosinone. Ieri durante l'udienza davanti alla Corte d'Assise presieduta dal giudice Gian Luca Soana, in aula sono stati ascoltati diversi testimoni, tra cui lei, la vicina di casa ma anche compagna dell'ex marito che è il padre dei due bambini piccoli che hanno assistito anche all'omicidio della mamma.
Ancora una volta i racconti in aula rinforzano quel concetto di inferno che circondava Gloria con cui la donna conviveva da tempo. «Diceva che era minacciata ma per paura che ci rimettessero i bambini faceva quello che dicevano ed era costretta a portare 500 euro a settimana, soldi che andavano in Egitto altrimenti la picchiavano», ha ribadito la testimone che ha ribadito che con la 23enne i rapporti erano buoni e che hanno festeggiato insieme anche dei compleanni dei bambini.
L'udienza
Processo per l'omicidio di Gloria Pompili, il racconto di una testimone
Prossedi - La donna era costretta a prostituirsi e lasciava i figli in auto. Le minacce continue