Le pistole tornano a fare fuoco per regolare i conti, al culmine di un'escalation sempre più incalzante di attentati e aggressioni che testimoniano un nuovo fermento negli ambienti della criminalità pontina: chi ha bisogno di dettare legge lo fa imponendo il rispetto degli impegni, decretando punizioni esemplari quando necessario, anche per rivendicare il proprio ruolo nella malavita. In questo contesto sembrano inquadrarsi i due episodi registrati nella notte di ieri, quando ignoti hanno esploso in tutto dieci colpi di pistola contro due abitazioni situate in zone diverse delle campagne attorno al capoluogo, nei territori di Latina e Sezze. Comuni denominatori sono le modalità e il calibro utilizzati, quello di una semiautomatica 9x21.
Le vittime non sembrano avere punti di contatto tra loro, completamente estranee per estrazione sociale, ma la mano che ha premuto il grilletto e la mente che ha pianificato la vendetta di piombo sembrano essere proprio le stesse. I due fatti oltretutto sono emersi in momenti distinti della giornata di ieri, ma gli investigatori di Polizia e Carabinieri che si occupano rispettivamente delle due indagini, sembrano puntare nella stessa direzione. Resta da inquadrare il movente, ma la risposta più scontata alle domande dei detective sembra rimandare al denaro, impegni economici non rispettati.

Gli investigatori di Polizia e Carabinieri non danno nulla per scontato, ma non possono escludere che sia stata la stessa mano a fare fuoco sia in strada Migliara 46 che in via Piscinara Destra. Saranno gli accertamenti tecnici su bossoli e ogive raccolti dai reparti scientifici di Questura e Arma a stabilire se sia stata utilizzata effettivamente la stessa arma o comunque se l'accostamento dei due episodi è realistico.
A rendere distanti i due fatti sembra essere l'estrazione sociale delle due vittime. Da un lato la compagna di un pusher arrestata di recente, a sua volta, per spaccio; dall'altra un manager d'azienda che non ha mai avuto a che fare con la giustizia e non sembra avere alcun punto di contatto con la criminalità. È anche vero che l'azienda di quest'ultimo conta circa trecento dipendenti, alcuni dei quali sono proprio di Latina.
In attesa di verificare l'effettivo collegamento tra i due casi, in Questura non escludono l'ipotesi che il manager residente in via Piscinara Destra sia in realtà diventato l'obiettivo degli attentatori per un equivoco. Ovvero gli investigatori stanno vagliando l'ipotesi che sia stato scambiato per qualcun altro, magari un omonimo. Anzi, sembra che in passato gli sia già capitato di essere scambiato per una persona che vive a Latina e porta il suo stesso nome, un imprenditore con problemi di solvibilità.