Continua incessante l'attività di contrasto della polizia alle manifestazioni di violenza contro le donne. Gli investigatori del Commissariato di Gaeta, a seguito di denuncia sporta da una donna straniera di nazionalità Romena, residente da anni in quel Comune unitamente alla prole minore, hanno intrapreso un'attività di indagine tesa al rintraccio dell'ex compagno, suo connazionale, D.I.V., ritenuto responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale posta in essere anche in presenza di minori. 

L'uomo, già noto alle Forze dell'Ordine per i suoi crimini contro la persona ed il patrimonio, dopo una brevissima convivenza con la connazionale, poneva nei suoi confronti una pluralità di azioni vessatorie sia morali che fisiche anche in presenza della figlia minore. Per futili motivi e banale discordanze domestiche la vittima subiva violente percosse dall'uomo, che le strappava i vestiti e le rompeva anche i telefonini, impedendole di contattare chiunque o di uscire di casa. Ogni giorno la picchiava, minacciandola ed intimandole di non denunciarlo; togliendole persino i documenti d'identità per impedirle di andarsene. Dopo che la stessa, con coraggio, pur di sottrarsi alle angherie subite, trovava un'altra sistemazione abitativa, era stata costretta, mediante minacce di morte privandola privandole dell'indipendenza economica che riusciva a ricuperare per i suoi servizi di donna delle pulizie, a dover necessariamente continuare la convivenza. 

L'evidente stato di prostrazione psicologica e fisica della donna era motivo di ulteriore brutalità posta in essere dal suo aguzzino che con forza, in più occasioni, tra le mura domestiche, sfogava sessualmente i suoi istinti, costringendola a rapporti violenti che le causavano copiose emorragie. La donna, proprio in conseguenza delle violenze subite, necessitava di più ingressi ospedalieri nei nosocomi di Formia e Gaeta, ma questo poteva avvenire solo se accompagnata dall'uomo, timoroso che il personale sanitario potesse essere messo al corrente delle violenze perpetrate e denunciare l'accaduto.

L'escalation delle condotte violente, unita alla volontà di salvaguardare la propria incolumità e, soprattutto quella della figlia minore, faceva sì che la donna, finalmente si ribellasse alle violenze subite, spostandosi in un'altra abitazione più idonea, per poi denunciare l'inferno subito. L'Autorità Giudiziaria di Cassino, esaminato il carteggio investigativo prodotto, ha emesso nei confronti dell'indagato apposito decreto di conclusione indagini, stante anche il suo stato di irreperibilità. Le incessanti ricerche hanno consentito, nella giornata di ieri 5 aprile, di rintracciare l'uomo nella città di Torino, luogo ove aveva trovato ospitalità con la speranza di sottrarsi agli obblighi della Legge.