Sono stati condannati dal Tribunale di Napoli a tre anni e quattro mesi di reclusione e sono agli arresti domiciliari in provincia di Caserta. E' questa la nuova appendice processuale dell'operazione Mosaico, condotta l'anno scorso dagli agenti della Digos di Latina, coordinati dal dirigente Walter Dian che aveva portato all'arresto di cinque persone. Nei mesi scorsi era stata già definita la posizione di Napulsi, adesso anche quella di Dhiaddine e Rabie Bazzaouoi, anche loro coinvolti nel provvedimento restrittivo e nei cui confronti viene contestata la fabbricazione di documenti, patenti di guida e certificati di cittadinanza. L'operazione era stata ribattezzata Mosaico perchè c'era voluta molta pazienza, da parte degli investigatori per completare il mosaico investigativo con un pezzo alla volta, come se fosse stato un puzzle.
L'indagine che era sbarcata in provincia di Latina, era nata all'indomani della fuga di Amis Amri, l'attentatore dei mercatini di Berlino ucciso a San Giovanni, gli investigatori avevano ricostruiro la sua rete di contatti che aveva portato alle porte di Aprilia e poi a Latina. L'ordinanza di custodia cautelare era stata emessa dal gip di Roma Costantino De Robbio e aveva portato all'arresto anche ad Abdel Salem Napulsi, palestinese di 39 anni, condannato lo scorso novembre a quattro anni di reclusione con il rito abbreviato, un giudizio previsto dal codice che permette di ottenere dall' imputato uno sconto di un terzo della pena. E' la prima condanna a Roma per un jihadista accusato di autoaddestramento con finalità di terrorismo. La sentenza è stata emessa dal gup Alessandra Boffi, che ha recepito le richieste del pm Sergio Colaiocco. Dalle indagini era emerso il ruolo di Napulsi che dopo essersi radicalizzato, aveva cercato su internet - come aveva riportato il gip nel provvedimento cautelare - delle istruzioni per compiere una azione violenta con l'uso di armi da fuoco, tra cui anche un lancia razzi. Napulsi inoltre in occasione di un fermo di droga a cui era stato sottoposto si era preoccupato, come è emerso da una telefonata intercettata, di un controllo della polizia sul suo tablet. Proprio dall'analisi del supporto informatico sono emersi dei collegamenti anche nel territorio pontino. L'operazione Mosaico, aveva portato a 5 arresti (per tre si è svolto il processo) e a dieci indagati a piede libero, tra cui alcuni residenti anche nel capoluogo pontino.
Il processo
Latina, terrorismo: due condanne per l'operazione Mosaico
Latina - Un anno fa erano scattati gli arresti degli agenti della Digos