Nuova udienza ieri davanti al Tribunale di Latina e al giudice Simona Sergio relativa ad una operazione sul caporalato che era scattata in provincia di Latina al termine di una elaborata indagine. L'udienza è stata rinviata, al due ottobre quando saranno ascoltati due testimoni e cioè altri due indiani che erano impiegati come braccianti agricoli. In aula alle domande del pm e a quelle della difesa, ha risposto un lavoratore indiano che con l'ausilio di un interprete ha ricostruito i fatti a partire dalle mansioni che ricopriva, al tipo di lavoro che svolgeva compresa la durata temporale infine ai soldi che riceveva per il suo impiego e che coincidevano con quello che c'era in busta paga. Ha spiegato proprio questo punto di fronte ad una precisa domanda del giudice e cioè che c'era corrispondenza dunque con il bonifico che si ritrovava e la busta paga. Inoltre l'uomo ha aggiunto che quando lavorava di più, riceveva dei soldi in più sotto forma di contanti. Il processo è entrato nel vivo con la deposizione dei testimoni.
L'imputato che era stato sottoposto ad una misura restrittiva e che adesso è in libertà, è difeso dagli avvocati Maria Cristina Sepe e Vittoria Longa e l'ordinanza di custodia cautelare era stata firmata dal gip del Tribunale di Latina Pierpaolo Bortone che aveva accolto le risultanze investigative della polizia.