C'è anche un giovane di Santi Cosma e Damiano coinvolto nell'operazione San Bartolomeo condotta dai Carabinieri della Compagnia di Cassino, col coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia. Si tratta di Antonio Aniello, venticinquenne di Santi Cosma e Damiano, che si trova agli arresti domiciliari. Un'operazione che si è conclusa nella mattinata di ieri, con l'arresto di undici persone, a vario titolo accusate di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga, intestazione fittizia di beni, tentata estorsione, usura e truffa aggravata, tutte del cassinate, alcune delle quali facenti parte ad una famiglia di etnia rom, residente nel quartiere San Bartolomeo di Cassino, che ha dato il nome all'inchiesta. L'Aniello, nell'inchiesta, risulterebbe avere un ruolo marginale, ma nei suoi confronti pesa l'accusa di aver ceduto a D.P. due panetti di hashish per un peso complessivo di 192 grammi, dai quali potevano essere ricavati oltre 900 dosi medie, un involucro di poco meno di 45 grammi di marijuana, dal quale si potevano ricavare 87 dosi medie. Sempre secondo le risultanze degli investigatori il giovane pontino avrebbe consegnato allo stesso D.P. 0,532 di hashish. «Lo stesso Aniello nella telefonata fatta al suo interlocutore dice "vieni direttamente qua, così ti prendi pure quella fatica e te la porti". Ma al ritorno in Ciociaria l'uomo con la sostanza stupefacente appena presa dal giocane sancosimese veniva fermato dalle Forze dell'Ordine ed arrestato. Il sud pontino entra nell'inchiesta anche perché, in una delle tante intercettazioni, una pusher ammette di aver consegnato a Spigno Saturnia una modica quantità di droga ad una donna coinvolta nell'inchiesta, che in quel periodo era in vacanza a Gaeta. Le indagini sono partite dall'esplosione di un ordigno all'interno di un circolo ricreativo di Cassino, di proprietà della famiglia rom coinvolta nell'inchiesta. Un avvertimento nell'ambito di una guerra tra clan rivali per il controllo dello spaccio di droga. Iniziavano tutta una serie di accertamenti, con intercettazioni telefoniche che sono durate diverso tempo, ma che hanno permesso agli inquirenti di arrestare undici persone. Gli altri arrestati sono: Antonio Morelli, Maria Spada, Guglielmo Morelli, Valentina Pelagalli, Angelo Morelli, Flavio Lena, Antonio Tomassi, Perla Onorati, Antonio Badalone e Silvana Spada