Il Consiglio di Stato prende tempo e non si esprime sul riconoscimento del "benefit ambientale" in favore del Comune di Castelforte da parte della CSA, la società Centro Servizi Ambientali. I giudici hanno disposto l'espletamento di ulteriori accertamenti per stabilire se nell'impianto i rifiuti conferiti da parte di vari comuni siano limitati alla sola frazione secca e non anche a quella umida, dal cui trattamento deriverebbero, invece, le conseguenze pregiudizievoli per il territorio che giustificano la quota aggiuntiva a titolo di benefit ambientale. Così, i magistrati amministrativi si sono pronunciati con un'ordinanza sul ricorso proposto dalla CSA, proposto contro la Regione Lazio, il Comune di Castelforte (costituito in giudizio) e contro i Comuni di San Vittore del Lazio, Roccasecca, Formia, Gaeta, la Provincia di Latina (non costituiti in giudizio) per la riforma della sentenza del Tribunale amministrativo regionale per il Lazio che ha respinto il ricorso per l'annullamento del provvedimento risalente al 2016, con il quale la regione Lazio - direzione territorio, urbanistica, mobilità e rifiuti – area ciclo integrato dei rifiuti, ha disposto che l'impianto della C.S.A. è soggetto all'applicazione del cosiddetto benefit ambientale. Ricorso presentato anche contro l'annullamento della nota con la quale il Comune di Castelforte, preso atto della nota regionale, ha chiesto alla CSA i dati relativi ai Comuni conferenti ed alla quantità di rifiuti conferiti presso l'impianto castelfortese a partire dal 2013, ossia a partire dall'adozione della determinazione di approvazione della tariffa provvisoria di accesso all'impianto dei rifiuti urbani, nonché la quantificazione dell'importo complessivo dovuto al Comune di Castelforte quale sede dell'impianto. La CSA è titolare di un impianto polifunzionale di trattamento e stoccaggio di rifiuti ubicato in Castelforte, dotato anche di una linea dedicata all'attività, classificata R3, di produzione di Combustibile Solido Secondario. Nel 2013 la tariffa di accesso in via provvisoria era stata fissata in euro 82,72 a tonnellata, nel 2015, era stata quantificata in euro 99,47. Il Tar aveva specificato che la quota del Benefit ambientale doveva essere compresa tra il dieci ed il venti per cento della tariffa. Per lo svolgimento della verificazione è stato nominato il Direttore del Dipartimento di Ingegneria civile, edile ed ambientale dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" con facoltà di delega in favore di un docente esperto in materia di ciclo dei rifiuti. Avrà 180 giorni per depositare la relazione. Dopodiché le parti avranno 30 giorni per formulare eventuali osservazioni. E si tornerà in aula per le conclusioni.
Il caso
Benefit e rifiuti, serve un perito per la CSA
Castelforte - Un ingegnere stabilirà le caratteristiche dello stabilimento. La società di lavorazione della spazzatura sostiene di non dovere pagare nessuna percentuale al Co