In aula quando hanno raccontato quello che hanno vissuto hanno pianto. "Non riuscivo più a vivere, per me quello era un incubo e anche sul lavoro non rendevo più come prima". E' questa una delle tante testimonianze di alcune dipendenti di un supermercato di Latina dove sono state molestate e minacciate da un collega che poi è stato denunciato. In Tribunale davanti al collegio penale composto dai giudici Gian Luca Soana, Beatrice Bernabei e Fabio Velardi, il processo è entrato nel vivo con la deposizione delle parti offese che hanno risposto alle domande del pubblico ministero Giuseppe Bontempo. I fatti contestati sono avvenuti a Latina tra il 2015 e il 2016 e l'uomo con condotte reiterate ha palpeggiato diverse colleghe di lavoro come è emerso nel corso del racconto in aula. "Avevo il terrore di lui, mi ha baciato sul collo e mi ha palpeggiato con forza sul seno -ha detto una ragazza - e inoltre mi aveva seguito anche a casa e da quel giorno ho avuto paura mi ha detto che era riuscito a capire da una mia foto su Facebook dove abitavo".  Ma le condotte erano anche violente, come quando ha lanciato un cestino per il pane per un semplice contrasto con una collega oppure quando aveva lanciato il coltello per tagliare il parmigiano. "Dava molta confidenza anche se io non la volevo ma lui si avvicinava e mi baciava, una volta mi ha palpeggiato per almeno 30 secondi". Le ragazze in aula hanno riferito che hanno deciso di denunciare i fatti quando hanno scoperto che erano tante. "L'unione fa la forza", ha detto una ragazza. "Non sa chi sono io e attenzione a quello che fai" è una delle minacce rivolte dall'uomo alle sue vittime. Il processo alla fine è stato rinviato al maggio del 2020. L'imputato ha 54 anni ed è stato denunciato a piede libero.