I giudici della Suprema Corte di Cassazione hanno respinto anche l'ultimo ricorso presentato in via straordinaria da Gianfranco Simeone, 43 anni, condannato in via definitiva a 12 anni e sei mesi di reclusione per i colpi di pistola esplosi, la sera del 27 maggio 2015, contro la porta e la finestra di un'abitazione in via delle Dalie, nel centro abitato di Latina Scalo. Un episodio che, nato per vendicare un affronto tra ragazzini, era sfociato in un tentato omicidio.
In primo grado, davanti ai giudici del Tribunale di Latina, Gianfranco Simeone era stato condannato a otto anni, pena che la Corte d'Appello aveva rivisto a rialzo, trovando conferma in Cassazione nel settembre scorso, quando per il 43enne, dopo un periodo agli arresti domiciliari, si erano spalancate le porte del carcere. Aveva potuto presentare però un nuovo ricorso, in questo caso di natura straordinaria, sostenendo l'errore materiale nel calcolo della pena per inosservanza della legge, ma anche per mancata assunzione di una prova decisiva, oltre che per illogicità della motivazione. La tesi non ha convinto i giudici della Cassazione, che hanno dichiarato inammissibile il ricorso, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali oltre a un'ammenda di 4.000 euro.