Il Comune di Sezze dovrà corrispondere alla Regione Lazio 4,7 milioni di euro per l'erogazione delle forniture idriche dal 1983 al 2003. È quanto sostiene una lettera arrivata al Protocollo dell'ente dalla stessa Regione, che ha presentato un atto di diffida e messa in mora nei confronti del Comune per la restituzione delle somme dovute a rimborso delle spese sostenute per erogare acqua. Nella nota si spiega come dalle verifiche periodiche e dalla ricognizione dei crediti vantati dalla Regione nei confronti degli enti fruitori del servizio idrico integrato erogato attraverso gli impianti precedentemente gestiti dalla ex Cassa del Mezzoggiorno, risulti che il Comune di Sezze sia debitore di una cifra altissima, nello specifico 2.976.554 in quota capitale, poco più di 1,7 milioni in quota interessi per mancato o ritardato pagamento alla data del 31 gennaio 2019. Numeri impressionanti che l'ente dovrà valutare anche in fretta, considerato che il termine perentorio per pagare è stato fissato in 60 giorni.

L'ente dovrà considerare quanto pagato fino al 1993, anno nel quale il servizio pubblico integrato fu affidato alla Dondi Costruzioni spa, ma anche nei primi dieci anni di gestione da parte della società di Rovigo poi cacciata nel 2012. Gli stessi uffici regionali (la direzione Lavori Pubblici, Stazione Unica Appalti, Risorse idriche e Difesa del suolo), nella nota pervenuta all'attenzione del primo cittadino, hanno precisato come decorso il termine di 60 giorni senza che il Comune abbia saldato, sarà dato mandato all'avvocatura regionale di intraprendere tutte le azioni utili al recupero dei debiti. Lo stesso ente, però, ha spiegato come il Comune possa usufruire della possibilità di dilazionare il pagamento formalizzando un'istanza di rateizzazione alla Regione, che poi la valuterà ed eventualmente potrà accoglierla. Le stesse rate, però, non dovranno superare i 20 anni, 40 in totale, con gli interessi maturati che man mano andranno applicati e che potrebbero costringere l'ente a spendere intorno ai 250mila euro l'anno. Una doccia gelata per le già complicate situazioni nelle quali si trovano le casse del Comune.

Per saperne di più le minoranze consiliari, sempre ieri, hanno protocollato urgentemente la richiesta della convocazione di un Consiglio comunale ad hoc nel quale si dovrà parlare anche della situazione dei lavori al belvedere di Santa Maria.