I due insospettabili sorpresi dai carabinieri, lo scorso inverno, a girare in auto con somme ingenti di denaro, si sono visti rispettivamente accogliere il ricorso dai giudici della Suprema Corte di Cassazione che hanno reso nulli i due sequestri, operati dai militari a poche settimane l'uno dall'altro. Quello che potrebbe essere considerato un colpo di scena, si fonda su un cavillo: insieme al denaro erano stati requisiti anche i telefoni cellulari, ma in assenza di motivazione adeguata. Insomma, gli indagati non erano in grado di giustificare la provenienza lecita di quei soldi, intorno ai 270.000 euro in tutto, ma d'altra parte non era stata appurata la natura illecita di quei capitali a tal punto da rendere necessario il sequestro dei telefoni. Resta quindi un mistero quel traffico di denaro intercettato nel cuore del capoluogo, come resta da capire se i due personaggi fossero collegati tra loro.