Il caso era stato segnalato dal fidanzatino della ragazzina, un adolescente anche lui. Aveva iniziato a chiedere e poi ad un certo punto si era preoccupato, lei si era confidata non riuscendo più a tenersi dentro quel segreto così terribile e lui era andato dai carabinieri che avevano iniziato ad indagare, arrivando poi all'arresto del padre di una ragazzina, un uomo romeno di 44 anni detenuto in carcere con l'accusa di violenza sessuale.  Era proprio lei la vittima degli abusi e di una storia dai contorni drammatici anche di botte.  I fatti contestati sono avvenuti in un centro della provincia di Latina e ieri in Tribunale davanti al giudice per le indagini preliminari Giorgia Castriota si è svolto l'incidente probatorio, richiesto dalla Procura e dal pubblico ministero Valentina Giammaria, titolare del fascicolo per cristallizzare una prova da portare al dibattimento e blindare perché rischia di deteriorarsi.  La ragazzina è stata ascoltata in forma protetta, alla presenza anche della psicologa nominata dal giudice, Alessia Micoli e dell'imputato, difeso dall'avvocato Amleto Coronella. La deposizione dell'adolescente non è stata facile, è durata diverse ore ed è terminata nel pomeriggio inoltrato, a quanto pare la ragazzina ha confermato le accuse contestate nei confronti del genitore. La minore ha ripercorso quello che era diventato un vero e proprio inferno tra le mura domestiche, un incubo che si materializzava ogni volta che si trovava a casa con il padre ed era da sola. In alcune occasioni l'uomo ha tentato di approfittare della figlia cercando intimità perché la sua compagna era al lavoro. Sono episodi questi che sono stati registrati anche in orari notturni. La vittima degli abusi però si è opposta anche se era rimasta traumatizzata per quello che era avvenuto ma ha trovato comunque il coraggio e la forza di raccontare tutto.  Secondo quanto è emerso in aula all'adolescente inoltre le era stato impedito anche di contattare la madre che si trova in Romania. Sull'inchiesta che è ancora in fase di indagini preliminari ed è condotta dai carabinieri vige il massimo riserbo. La ragazzina il cui racconto è stato ritenuto attendibile, adesso vive in una casa famiglia e ha sempre sostenuto di preferire questa situazione piuttosto che restare nella sua abitazione. In occasione dell'interrogatorio davanti al magistrato l'indagato aveva respinto glia addebiti.