Riceviamo e pubblichiamo la risposta - all'informativa della Guardia di Finanza - di Fernando Mancini, che tramite l'avvocato difensore Giovanni Nunnari, chiede di inserire le seguenti dichiarazioni all'articolo del 27 luglio 2019

In primo luogo dichiara la frase "… L'intero patrimonio accumulato negli anni … passa definitivamente nella disponibilità dello Stato …", riportata nel predetto articolo, non è vera poiché il decreto del Tribunale di Roma, sezione misure di prevenzione, è stato impugnato con ricorso alla Corte di Appello di Roma, la quale ancora non ha provveduto sull'atto di gravame, e, pertanto, la confisca non è divenuta definitiva dovendosi celebrare ancora due gradi di giudizio.
Rileva inoltre che anche la frase "… plurindagato per i reati … traffico di stupefacenti e riciclaggio di denaro …" non è vera poiché il sottoscritto non è indagato per tali gravi reati, e precisa che in relazione al reato di "… associazione a delinquere …", nel corso del processo c.d. Domus Aurea è intervenuta, in procedimento incidentale de libertate, un'ordinanza del Tribunale del Riesame di Roma che ha ritenuto insussistente il reato associativo, divenuta irrevocabile poiché non è stata impugnata dall'Ufficio del Pubblico Ministero, mentre per gli altri presunti reati non è ancora iniziato il dibattimento e, pertanto, nessuno di loro non è stato accertato giudizialmente con sentenza di condanna.
Si osserva che la frase, contenuta sempre nel suindicato articolo in cui si afferma "…il Mancini, con l'ausilio di presta nome famigliari e non aveva acquisito… aziende, tra cui il noto stabilimento balneare "Belvedere", attraverso il reinvestimento di cospicue somme di denaro sporco…", non è vera, poiché gli stessi periti nominati dal Tribunale, ai fll. 1991 e ss. del volume 4 della loro relazione, in riferimento alla Turistico Marinara srl, società che gestiva il predetto stabilimento, hanno verificato che la stessa non è una "società schermo", in quanto risulta essere ai fini della vigente normativa fiscale operativa e senza perdite sistematiche.
Quindi trattasi, affermano sempre i periti, di società con reale attività aziendale e tutto ciò trova conferma dall'analisi di bilancio effettuata, ed inoltre in relazione ad eventuali distrazioni o ammanchi dal patrimonio della società, dalle analisi effettuate sulla documentazione contabile e bancaria non risultano emergere elementi riconducibili a tali fattispecie. Alle stesse conclusioni sono giunti il consulente di parte e i periti anche nei confronti delle altre società sottoposte a verifica.
Infine, in ordine all'indagine convenzionalmente denominata Hummer, si rileva che il procedimento penale ad essa collegato, non si è concluso con una sentenza di condanna nei miei confronti e degli altri imputati.

I militari della compagnia della guardia di Finanza di Nettuno hanno proceduto alla confisca dei beni, per un valore di oltre 11 milioni di euro, riconducibili a Fernando Mancini, classe 1972, noto pluripregiudicato del posto . L'intero patrimonio accumulato negli anni con i proventi delle attività illecite, costituito da conti correnti bancari, quote di maggioranza di società, un lussuoso stabilimento balneare, una rivendita di tabacchi, 90 unità immobiliari, tra cui una villasignorile di circa 400 metri quadrati con piscina, 41 appartamenti, 35 magazzini/garage, capannoni industriali eterreni e una lussuosa imbarcazione, passa definitivamente nella disponibilità dello Stato.

Con il provvedimento emesso dal Tribunale di Roma - Sezione Misure di Prevenzione, si è conclusa l'operazione "Domus Aurea", avviata nel 2015 dai finanzieri di Nettuno, che aveva condotto, nel 2016, al sequestro anticipato dei beni riconducibili al plurindagato per i reati di associazione a delinquere, evasione fiscale, fallimenti pilotati, truffe,traffico di stupefacenti e riciclaggio di denaro. Ha riportato diverse condanne non definitive.

Le indagini delle Fiamme Gialle, dirette dal capitano Ambrogio Di Napoli, si sono focalizzate sull'esame della carriera criminale del Mancini, iniziata già nei primi anni '90, da cui emerse un'infiltrazione nella realtà economica del territorio nettunese. Il lavoro dei Finanzieri di Nettuno, coordinato della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, di attenta ricostruzione economico - patrimoniale, aveva fatto emergere la netta sperequazione tra i redditi dichiarati al fisco dal proposto e il patrimonio disponibile, in gran parte accumulato negli anni in cui lo stesso era dedito alle attività delittuose. In particolare, il Mancini, con l'ausilio di prestanome, familiari e non, aveva acquisito immobili, locali commerciali ed aziende, tra cui il noto stabilimento balneare "Belvedere", attraverso il reinvestimento di cospicue somme di denaro sporco.

Dalle indagini era emerso, infatti, che l'uomo aveva finanziato gran parte degli investimenti immobiliari facendo rientrare in Italia, attraverso il sistema dello "scudo fiscale", una parte dei profitti delle attività illegali, occultati in Spagna nel luglio del 2005 (circa 10 milioni di euro), cosi come accertato nel corso dell'indagine, convenzionalmente denominata Hummer, condotta dalla Guardia di Finanza di Nettuno, dalla quale emergeva appunto che MANCINI, avvalendosi di un professionista locale, esperto nella gestione di società estere, aveva riciclato i proventi accumulati dal commercio di autovetture in evasione dell'Iva intracomunitaria. Oltre alla confisca, è stata disposta l'applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di polizia con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, per la durata di 5 anni. L'attività rientra nella costante opera assicurata dalla Guardia di Finanza di aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, volta a spogliare i criminali del frutto delle loro illecite condotte, nonché di garantire la legalità nel tessuto economico del Paese.

di: La Redazione