Pensava che gli avessero clonato la carta di credito, invece a prelevare denaro con il suo bancomat era il genero. È senza dubbio particolare quanto accaduto a un uomo di Maenza, che pensava a una clonazione della carta di credito a causa di continui ammanchi.
La persona in questione, un 50enne del luogo, dopo aver notato da un estratto conto dettagliato che sul proprio conto risultavano prelevamenti sistematici di piccole cifre, ma ripetuti, distribuiti in otto mesi, si è recato nella locale Stazione dei carabinieri per sporgere denuncia. Una denuncia che i militari dell'Arma guidati dal luogotenente Fucci hanno preso molto sul serio. Con l'estratto conto alla mano, hanno chiesto di verificare agli istituti di credito dove risultavano effettuati i prelievi il database disponibile riguardante i prelievi incriminati e quindi, ove disponibile, di guardare le telecamere per cercare di capire da esse cosa fosse successo.
E ciò che hanno scoperto ha spiazzato davvero tutti: a effettuare trenta prelievi, distribuiti in otto mesi, ossia dal gennaio 2019 al 13 agosto scorso, giorno della denuncia, è stato un 26enne di Priverno, identificato e denunciato in stato di libertà dagli stessi militari per il reato di truffa. Il 26enne in questione, però, è risultato essere il genero della vittima, non un operaio come egli stesso temeva. Il giovane, compagno della figlia, nell'arco degli ultimi otto mesi, dopo essersi impossessato, con artifici e raggiri, della carta bancomat del proprio suocero, ha effettuato trenta prelievi, per un importo complessivo di 4.500 euro, ossia una media di 150 euro a prelievo, negli sportelli atm di vari istituti di credito.