Ore 3.36 del 24 agosto 2016. La terra si agita, il tempo si ferma. Un sisma di magnitudo 6.0 con epicentro nella Valle del Tronto, tra Accumoli (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) devasta il territorio del reatino. «Amatrice non c'è più» commenta in diretta l'ormai ex sindaco, oggi consigliere regionale, Sergio Pirozzi, mentre mezza Italia si sveglia dopo aver avvertito le scosse anche a centinaia di chilometri di distanza e restando incollata alla televisione per capire cosa sta accadendo. Poi le prime notizie sui danni anche ad Accumoli e ad Arquata del Tronto.
E inizia la conta delle vittime rimaste sotto alle macerie. Sono 238 le persone che hanno perso la vita, non soltanto ad Amatrice, tra residenti e turisti.
Sono passati tre anni dal tragico evento che ha lasciato una ferita indelebile nella Nazione.
Tante, troppe macerie sono ancora lì. I cantieri aperti sono molti, ma in pochi sono iniziati i lavori. Andare oggi nelle zone terremotate, infatti, significa poter ancora vedere con i propri occhi gli effetti devastanti del terremoto, nonostante il Lazio sia andato avanti - rispetto alle altre regioni - con le opere di ricostruzione.
Gli eventi commemorativi sono iniziati a mezzanotte, con la popolazione che si riunirà questa mattina alle 11 per ricordare le vittime della tragedia, con la Santa Messa presieduta dal vescovo Domenico Pompili nel palazzetto dello sport ad Amatrice.
Le porte del palazzetto sono però state aperte, come detto, a partire dalla mezzanotte e fino alle 2.30, dopo un'ora di veglia, mentre alle 3.36, nella Chiesa di Sant'Agostino, sono stati letti i nomi delle 238 vittime. Per la prima volta, il corteo è potuto entrare nella "zona rossa" di Amatrice, in Corso Umberto I, dove per l'occasione è stata ripristinata anche la segnaletica stradale e sono state rimosse le barriere di legno che proteggevano il corso dalle macerie rimosse. Dopo la lettura dei nomi, il corteo si è recato al Memoriale dei Caduti.
Anche ad Illica, frazione di Accumoli, c'è stata una veglia, mentre questa mattina alle 11, sarà presente anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, insieme ad altre autorità.
In ventisette non sono mai tornati: il dolore resta a Latina, Sezze, Pomezia, Nettuno, Anzio, Velletri e Frosinone
Alcuni possedevano una casa e l'avevano raggiunta per trascorrere qualche giorno di relax. Altri erano andati dai nonni per divertirsi un po' prima del ritorno a scuola e fare gli ultimi compiti delle vacanze rimasti. Altri ancora erano in alberghi o appartamenti presi in affitto. Tutti, però, non hanno fatto ritorno a casa.
Parliamo delle ventisette persone rimaste vittime del sisma del 2016 che erano residenti fra Latina, Sezze, il litorale e i Castelli Romani e la Ciociaria.
Un prezzo altissimo, quello pagato dalle zone del basso Lazio, con storie e ricordi che resteranno indelebili nei ricordi di tutti.
A causa di quel terribile 24 agosto, Latina ha pianto i coniugi Enzo Di Cesare ed Edda Norcini, mentre Sezze ha detto addio a un'intera famiglia composta da Giacomo Dell'Otto, dalla moglie Aura Popa e dalla figlia Angela, oltre che dal fratello Giacomo, di Pomezia. Proprio quest'ultima città è stata definita la "martire" di quei giorni. Oltre a Paolo Dell'Otto, infatti, sono rimasti sepolti dalle macerie Arianna Masciarelli, Elisa Cafini, Gabriele Pratesi, Andrea Cossu, Wilma Piciacchia, Federico Ascani, Giuliana Cellini, Rita Colaceci, Irma Rendina, Egidio Valentini e Pasquetta Gianni. E poi c'è Nettuno, che ha pianto Ezio Tulli - poliziotto della Stradale in servizio ad Aprilia -, i figli Ludovica e Leonardo, i suoceri Maria Teresa Palaferri e Rocco Gagliardi, oltre a Fabio Graziani e Aurelia Daogaru. Anzio, invece, ha detto addio ad Alba Pazienti Tontini, mentre Velletri è stata orfana di Nicolò Piazza, storico segretario comunale. La città di Frosinone, infine, pianse il figlio del Questore, Marco Santarelli.
Parola d'ordine: ricostruire
Far tornare a splendere Amatrice e le sue settanta frazioni circa, ma anche Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto e tutte quelle località devastate dal sisma.
Sono questi gli obiettivi che i vari enti coinvolti nella ricostruzione post-terremoto stanno cercando di portare avanti, non senza fatica, investendo molto denaro pubblico.
Con lo stato di emergenza ancora aperto, le regioni coinvolte stanno mettendo in campo forze e risorse (anche grazie allo Stato) per ricostruire tutto ciò che non c'è più.
Dopo l'arrivo delle sistemazioni provvisorie per la popolazione - non senza polemiche -, è iniziata l'opera di rimozione e smaltimento delle macerie che, per quanto riguarda le aree del Lazio presenti nel cratere del sisma, ha raggiunto risultati importanti.
A marzo scorso, infatti, in occasione della conclusione degli interventi di demolizione e rimozione delle macerie da parte dell'Esercito italiano fra Amatrice, Accumoli e Cittareale, erano stati forniti dalla Regione Lazio alcuni dati: ad esempio, era stato sottolineato come fossero circa 800mila le tonnellate di detriti rimosse e che per l'eliminazione delle macerie erano stati assegnati fondi per oltre 70 milioni di euro, utili a ultimare il piano regionale relativo alla rimozione delle macerie stesse e propedeutico all'avvio della fase di ricostruzione.
Nei mesi scorsi, poi, i militari del Genio avevano controllato il territorio, sia per prevenire fenomeni di sciacallaggio che per verificare la stabilità di migliaia di edifici.
La fase della ricostruzione, chiaramente, è tutt'altro che terminata: seppure i fondi stanziati siano importanti - si parla di centinaia di milioni di euro -, la complessità del territorio e la necessità di mettere a sistema tutta una serie di variabili dilata inevitabilmente i tempi dei lavori.
La Regione Lazio, dal canto suo, sta mettendo in campo delle risorse proprie e sta comunque gestendo le fasi che riguardano l'utilizzo dei 271 milioni di euro di fondi nazionali stanziati per un totale di 270 interventi destinati alla ricostruzione pubblica delle aree del cratere. Nei primi mesi di quest'anno, a tal proposito, per 47 di questi interventi erano già state avviate dall'Ufficio Speciale Ricostruzione della Regione le procedure di progettazione e aggiudicazione dei lavori: il tutto per un ammontare di 92 milioni di euro.
Chiaramente, la popolazione freme: nei paesi del cratere c'è voglia di ripartire, andando oltre le strutture provvisorie e potenziando anche le aree allestite per le attività commerciali, come avvenuto per la nuova Amatrice. In tal senso, sempre la Regione Lazio a marzo ha inaugurato a Torrita Collegentilesco - frazione di Amatrice - la nuova struttura per le attività artigianali su una superficie di oltre mille metri quadrati e composta da nove locali e da un'area comune.
L'attesa più grande, comunque, è per le nuove case, quelle definitive: è solo quando saranno ultimate anche loro che potrà dirsi definitivamente completata la ricostruzione, con l'atteso quanto sperato ritorno alla normalità.
Il messaggio del sindaco di Nettuno
La città di Nettuno è stata una delle località che ha pianto le vittime del terremoto del 2016. Di conseguenza, il sindaco Alessandro Coppola ha voluto ricordare quel tragico 24 agosto che ha colpito nel cuore il territorio, distruggendo due intere famiglie. «La città - ha affermato Coppola - si stringe con affetto alle famiglie delle vittime e partecipa commossa agli eventi commemorativi in programma ad Accumoli e alla Santa Messa che sarà officiata dal vescovo monsignor Pompili ad Amatrice».