Non soltanto certificati medici su misura ma spuntano anche ricette false nell'inchiesta Petrus. L'obiettivo? Dimostrare che in effetti l'agente infedele era stato male e si era assentato dal lavoro per questo motivo ed era andato in farmacia per acquistare le medicine. Emerge anche questo nell'inchiesta che ha portato a scoprire una falla nel carcere di Latina. "E' documentato che il paziente non si sia recato nello studio medico annunciando lo stesso indagato "Vengo lunedì a prendere il certificato medico". Una precisazione superflua - mette in rilievo il gip nel provvedimento cautelare - un' ulteriore conferma della mancata redazione del certificato medico, arriva da una circostanza rilevante». E' il 5 marzo del 2018 ed è passato quasi un mese dal 16 febbraio, l'indagato si procura il certificato e il medico scrive che la visita è avvenuta il 16 ma per il gip è un falso ideologico clamoroso, un falso d'autore. Nell'inchiesta sono stati indagati anche tre medici pontini che hanno firmato i certificati.  In occasione di una visita fiscale inviata dal carcere per l'assenza dell'indagato, è lo stesso agente della polizia penitenziaria con un passato anche da sindacalista che al telefono con un collega escogita il sistema dopo una consultazione. E' il collega che gli suggerisce come muoversi e i due concordano anche la dichiarazione della farmacista per l'acquisto del Toradol.