Avevano scelto la città di Artena come base operativa per preparare l'evasione dal carcere di Frosinone di un esponente di spicco della Camorra e di un loro connazionale, entrambi detenuti nel carcere di Frosinone. Quella del boss andò a termine, mentre l'altro cadde e si fece male, non riuscendo a scappare.

Parliamo di quattro cittadini albanesi che, nella mattinata di oggi - 25 settembre 2019 - sono stati arrestati e posti ai domiciliari dai poliziotti del Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria, che hanno portato avanti un'indagine coordinata dalla Procura di Frosinone e che ha visto finire sul registro degli indagati altre tre persone. Un'operazione che ieri ha portato anche alla notifica dell'avviso di conclusione delle indafini preliminari nei confronti di due detenuti all'interno delle carceri di Nuoro e Poggioreale (Napoli).

Le indagini sono partite nel 2017, ossia dopo l'evasione dal carcere del capoluogo ciocaro del "Ras dei Belforte" e del tentativo di evasione di un altgro uomo detenuto, di origine albanese.

Da quel momento, sono stati analizzati i tabulati telefonici delle utenze in uso agli indagati, sono stati visionati impianti di videosorveglianza e sono state effettuate varie attività di osservazione. Il tutto ha consentito di identificare tutti coloro che avevano partecipato alle fasi preparatorie dell'evasione, col gruppo che aveva scelto come base operativa proprio la città di Artena, territorialmente non lontana da Frosinone.

In più, è emerso anche che il detenuto albanese, attraverso più cellulari a sua disposizione, impartiva ai complici tutte le disposizioni per far recapitare in carcere tutto ciò che serviva per tagliare le inferriate, ma anche le attrezzature per scavalcare il muro del penitenziario.