È stato intitolato "Indiani, agricoltura e salute", l'incontro organizzato dalla Asl di Latina e che si è tenuto ieri, in occasione della Settimana della Sicurezza sul Lavoro. Ospiti del direttore generale della Asl, Giorgio Casati, tutti gli attori di questa grande rete il cui obiettivo è debellare il fenomeno criminale, tutelare i braccianti e anche tutte quelle imprese che vengono danneggiate per colpa di chi commette il reato. Tra i relatori il Prefetto Maria Rosa Trio, l'assessore regionale al Lavoro, Claudio Di Berardino e il sindaco Damiano Coletta. Sono intervenuti, nell'incontro moderato dal dottor Antonio Sabatucci della Asl di Latina: Mauro D'Arcangeli, direttore Confagricoltura e rappresentante dell'ente bilaterale Fislas; i segretari di Cgil, Cisl e Uil Latina, Anselmo Briganti, Roberto Cecere e Luigi Garullo; il comandante dei carabinieri del Lavoro di Latina, il tenente colonnello Leonardo De Paola; l'ingegnere Ferdinando De Feo in rappresentanza di Ispettorato Territoriale del Lavoro, Questura di Latina, Guardia di Finanza di Latina, Direzione Inail, Direzione Inps; il dottor Arcangelo Maietta della Asl di Latina, in merito all'offerta di salute dell'Azienda Sanitaria Locale di Latina rispetto al tema e ai soggetti trattati.

Caporalato e sanità
Il caporalato non è una minaccia: è un nemico presente più che mai nel territorio pontino. Lo dimostrano gli ultimi (e anche i meno recenti) fatti di cronaca, tra arresti, denunce e molto altro ancora. Sempre gli ultimi fatti di cronaca dimostrano però anche un'altra cosa: a Latina e provincia esiste una squadra che funziona, che lavora giorno e notte per frenare e debellare il fenomeno. E come ogni rete che si rispetti, è necessario ogni tanto fermarsi, fare il punto della situazione. Bisogna capire cosa sta funzionando, cosa migliorare e quali sono le debolezze da colmare. È stato questo il cuore dell'incontro organizzato ieri dalla Asl di Latina, dove un vasto parterre di relatori si è alternato sia per esprimere le proprie preoccupazioni che le soddisfazioni per i risultati raggiunti, analizzando numeri, fenomeni, flussi ed eventi. A fare gli onori di casa, il direttore generale della Asl, Giorgio Casati, che ha accolto sul tavolo dei relatori il Prefetto Maria Rosa Trio, che ha ringraziato le forze dell'ordine tutte «per l'encomiabile sforzo nonostante le poche risorse a disposizione», il sindaco Damiano Coletta e l'assessore regionale al Lavoro Claudio Di Berardino. Un intervento molto critico (ed autocritico) quello dell'assessore regionale, promotore della famosa legge regionale contro il caporalato, che adesso deve essere applicata.

I numeri
Capire i flussi migratori in provincia di Latina, individuare le comunità più numerose, identificare le aree in cui risiedono, i lavori che svolgono (e se lo fanno regolarmente) e quali sono i motivi per cui la maggior parte di loro accede alle strutture sanitarie. Sono queste le domande a cui la Asl di Latina ha voluto rispondere ieri mattina, tramite il dottor Arcangelo Maietta, il quale ha illustrato i dati elaborati dalla stessa Azienda Sanitaria Locale e altri messi a disposizione dagli attori della rete contro il caporalato. D'altronde, per combattere il nemico, bisogna conoscerlo.
E allora ecco la fotografia della provincia di Latina, scattata dalla Asl: sono 352 le visite che le strutture sanitarie (ambulatori compresi) hanno eseguito sulla popolazione straniera nel 2019, con dato aggiornato a settembre scorso. Nel 2018 sono state 787, nel 2017 1.581 e nel 2016 812. Le cifre aumentano se si guarda agli accessi ai pronto soccorso, sempre da parte degli stranieri: nel 2017 sono stati 4.706 e nel 2018 sono stati 4.169. Di questi, i maggiori accessi sono stati eseguiti da persone originarie del Marocco, della Tunisia e del Pakistan. Eppure, il fenomeno del caporalato riguarda maggiormente la comunità indiana proveniente dal Punjab, i cosiddetti Sikh (che significa "guerriero"), il popolo di "Sole Braccia". Questa comunità, nella provincia di Latina, è rappresentata da 11.236 persone (su 52.640 stranieri totali), 994 dei quali risiedono nel Comune di Latina. Ma attenzione: questo numero riguarda soltanto gli indiani censiti. Infatti, chi proviene dall'India, entra in Italia con visto turistico o lavorativo. Una volta terminato il visto, molte di queste persone non rientrano nel loro Paese di origine e diventano degli "invisibili" in territorio italiano. Nonostante ciò, gli accessi dei Sikh ai pronto soccorso sono minori rispetto a quelli di stranieri provenienti da altre Nazioni. Questo anche perché fa parte della loro cultura richiedere le cure soltanto in casi estremi. Ogni giorno devono svegliarsi presto lavorare, e "non possono permettersi" di andare al pronto soccorso. Così ricorrono all'automedicazione con farmaci provenienti dall'India, di cui non si conosce il principio attivo. A volte ricorrono anche a del tabacco da masticare che in realtà è un derivato di bulbi di papavero. Si tratta però di una sostanza stupefacente, che spesso li porta a stati di dipendenza.
Insomma, se la persona non va dalla Asl, è la Asl che raggiunge le persone. Anzi, per essere precisi, l'Azienda Sanitaria non è sola in questo caso, visto che esiste una vera e propria rete di Mobilità Sanitaria formata da Croce Rossa, Emergency, Caritas e Pronto Intervento Sociale del Comune di Latina. La Caritas, per esempio, ha stabilito un presidio a Borgo Hermada, dove si concentra la maggior parte dei braccianti Sikh. A giugno ha seguito oltre 100 persone tramite operatori specializzati e volontari capaci di assicurare un luogo di ascolto e di orientamento, sia giuridico che sanitario ai lavoratori impiegati nel settore agricolo. La Croce Rossa, invece, ha seguito 200 persone attraverso la mediazione legale e di salute, ha aiutato ad eseguire 1 rimpatrio nel 2019, ha assistito 37 persone su strada i tre anni e consegna pacchi viveri a 50 indiani. Emergency, oltre alle postazioni mobili di Borgo Bainsizza, Aprilia, Latina, Bella Farnia e Borgo Hermada, offre il supporto del mediatore culturale, figura determinante per capire le esigenze, anche sanitarie, dell'assistito. Dal 2016 ad oggi ha visitato 5.932 persone, eseguito 587 prestazioni infermieristiche, 949 consulenze socio sanitarie, 25 invii in pronto soccorso, 454 accompagnamenti in strutture sanitari e 30 corsi di educazione sanitaria.