Tolti i sigilli dalle aree che furono sequestrate il 21 aprile 2009 all'interno del porto turistico "Marina di Nettuno".

È questo quanto si è appreso nella giornata di ieri, con la Guardia costiera di Anzio - diretta dal comandante Luca Giotta - che ha dato esecuzione a un'ordinanza della Corte d'Appello di Roma attraverso la quale, nel luglio scorso, era stata accolta l'istanza depositata dall'avvocato del porto ad aprile 2019 con annesso dissequestro di tutte le opere riguardanti l'ampliamento del bacino che si trova davanti al Borgo medievale.

In sostanza, non essendo stato proposto ricorso in Cassazione avverso la sentenza del 2018 con la quale la Corte d'Appello ha dichiarato di non dover procedere nei confronti dei due imputati dell'epoca poiché i reati contestati erano estinti per prescrizione, è stata sollecitata l'applicazione di quanto disposto dalla medesima sentenza, ossia il dissequestro di tutte le aree poiché «l'estinzione del reato di costruzione abusiva per prescrizione travolge l'ordine di demolizione dell'opera indipendentemente da una espressa statuizione di revoca, essendo tale ordine una sanzione amministrativa di tipo ablativo».

Sulla vicenda è arrivato anche il commento del sindaco di Nettuno, Alessandro Coppola: «Accogliamo con soddisfazione questa notizia - ha spiegato -: con la Marina di Nettuno abbiamo instaurato sin dal giorno del mio insediamento un rapporto di fattiva collaborazione che, sono certo, caratterizzerà anche il futuro del mio mandato alla guida della città. Questo dissequestro rappresenta un primo passo verso la risoluzione di un problema che ha interessato il porto e la città intera per 10 anni. Sono convinto che l'amministrazione comunale e i vertici del Marina lavoreranno di Comune accordo per lo sviluppo di quell'area negli interessi dei soci e di tutti i cittadini nettunesi».