Sono stati tutti assolti con formula piena i sette imputati per lottizzazione abusiva a Prossedi. Il giudice del Tribunale di Latina, leggendo il verdetto di un procedimento durato quasi sette anni, ha infatti ritenuto che il reato ipotizzato a loro carico non sussiste.

Gli imputati erano i quattro soci della società proprietaria del Cash and Carry situato sulla SP 252 a Prossedi, il sindaco di Prossedi dell'epoca, l'allora tecnico comunale e il tecnico di fiducia della famiglia proprietaria dell'area, che aveva realizzato il progetto e diretto i lavori.

All'inizio della vicenda, riguardante una proprietà di quattro ettari totali, adiacente alla strada statale 156 dei Monti Lepini, località Tre Moschetti, composta da una struttura edilizia adibita ad attività commerciale, piazzale e terreno circostante, gli indagati furono 17. Nella sentenza, che verrà depositata entro il prossimo 4 febbraio 2020, il giudice ha anche comandato l'immediata restituzione del bene che venne messo sotto sequestro nel gennaio del 2013. L'inchiesta portò a indagare sia per lottizzazione abusiva che, nei confronti degli amministratori del tempo, per falso in atto pubblico. A emettere l'ordinanza di sequestro, eseguita il 25 gennaio del 2013 dagli uomini del Nipaf insieme ai carabinieri di Priverno, fu il giudice per le indagini preliminari di Latina.

L'indagine prese il via da un esposto che segnalava come presumibilmente irregolare l'autorizzazione a costruire concessa dal Comune di Prossedi nel 2008 - attraverso due delibere, una di Giunta e una di Consiglio - per la lottizzazione poi sanzionata. Secondo quanto ricostruito e sostenuto dagli inquirenti, l'amministrazione aveva concesso l'autorizzazione per la realizzazione di insediamenti commerciali su un'area che il piano regolatore destinava a uso agricolo.