Evasione fiscale, truffa e autoriciclaggio. Sono queste le tre ipotesi di reato che la Guardia di finanza di Roma, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha contestato a un imprenditore di Colleferro, disponendo anche un sequestro di beni da tre milioni di euro fra somme in denaro e immobili. La storia è quella che riguarda le auto "No-Cost", ossia un sistema di vendita di veicoli effettuato in tutta Italia e ideato proprio dall'imprenditore di Colleferro, peraltro amministratore della società che avrebbe dovuto corrispondere del denaro agli acquirenti a titolo di rimborso.

Il sistema
L'imprenditore indagato, attraverso la società, proponeva agli acquirenti - fra cui ce ne sono centinaia residenti fra Artena, Lariano e Velletri, ma anche ad Anzio, Nettuno, Ardea, Pomezia, Latina e provincia - la sottoscrizione di contratti con cui privati o imprese si impegnavano ad acquistare autovetture di colore bianco, sulle cui fiancate sarebbero stati applicati messaggi pubblicitari «nonostante - si legge in una nota - il Codice della Strada vieti espressamente l'utilizzo dei mezzi per pubblicità a titolo oneroso». In più, gli acquirenti avrebbero dovuto pagare circa 7.000 euro per dei servizi aggiuntivi che in diversi casi non sarebbero stati corrisposti.

«A fronte di ciò - prosegue la nota -, la società avrebbe provveduto a corrispondere al contraente 60 rate mensili di importo variabile tra i 340 e i 440 euro, quale rimborso del prezzo di acquisto del veicolo, nonché una quota delle spese per carburante e assicurazione».

Chiaramente, le indagini sono partite dalle segnalazioni degli acquirenti che, dalla fine del 2018, hanno iniziato a non ricevere più i rimborsi.

«Nel corso degli approfondimenti investigativi - si legge ancora nel comunicato -, i finanzieri del II Gruppo tutela entrate del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno ricostruito un giro d'affari di circa 15 milioni di euro nel triennio 2016-2018, periodo in cui l'impresa ha evaso, attraverso la presentazione di dichiarazioni riportati dati non veritieri, circa tre milioni di Iva, importo sottoposto a sequestro».

In più, secondo gli inquirenti, nello stesso periodo l'uomo indagato avrebbe utilizzato parte del denaro sottratto all'Erario per acquistare, attraverso un'altra società, alcuni immobili del valore complessivo di circa un milione e 300mila euro.