Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i due fratelli originari di Torre Annunziata, accusati di spaccio di sostanze stupefacenti nell'ambito di una operazione condotta dalla Procura di Torre Annunziata. I carabinieri avevano arrestato Salvatore e Pietro Aurino, quest'ultimo noto pugile che è finito in carcere. Ieri i due fratelli davanti alle contestazioni del giudice per le indagini preliminari Giuseppe Cario si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e alla fine gli atti sono stati inviati al gip del Tribunale oplontino che aveva emesso il provvedimento cautelare. I due fratelli che vivono entrambi a Latina, sono difesi dall'avvocato Mauro Porcelli. Sono oltre 50 gli episodi di spaccio di droga contestati e che sono stati accertati nel corso di un'indagine molto elaborata, scattata lo scorso settembre, quando Salvatore Aurino e la moglie erano stati arrestati in flagranza di reato con 3 grammi di cocaina, 9 grammi di crack, uno spinello di marijuana e del materiale necessario al confezionamento delle dosi di droga.
L'inchiesta
Droga, il pugile Aurino in silenzio dal gip. Anche il fratello non risponde
Latina - Nei giorni scorsi la notifica delle misure a Latina nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Torre Annunziata