La scoperta dei rifiuti interrati attorno all'ex centrale nucleare, non ha fatto perdere di vista l'obiettivo che Sogin e gli enti locali stavano perseguendo quando era stato avviato il monitoraggio del sito in dismissione, terreni circostanti compresi: il risanamento delle falde inquinante dal cloruro di vinile. Oltre a studiare e "caratterizzare" l'intera area, la società di Stato che si occupa dello smantellamento dell'impianto ha studiato anche un piano di bonifica, già al vaglio della conferenza dei servizi per l'approvazione.
In questi anni Sogin ha portato avanti il monitoraggio del sottosuolo con una serie di piezometri realizzati in una trentina di punti diversi attorno all'ex centrale, gli appositi pozzi che consentono di raccogliere i campioni d'acqua per le analisi di laboratorio. Proprio sulla base di questo monitoraggio, in base alle caratteristiche del luogo, la società ha formalizzato due ipotesi di bonifica per contenere l'inquinamento della falda che impedisce ai residenti delle vicine lottizzazioni di utilizzare l'acqua di falda.