Il dirigente comunale del "Servizio politiche di gestione e assetto del territorio" ha firmato oggi le ordinanze di demolizione per gli edifici di via Roccagorga, via Quarto e Borgo Piave, viziati dalla nullità dei permessi a costruire rilasciati nel periodo in cui erano in vigore le varianti ai Piani particolareggiati, revocate poi durante la gestione commissariale del Comune di Latina. La firma arriva a margine della pronuncia del Consiglio di Stato, che ha confermato quanto fatto dal commissario straordinario.
Se per via Quarto e Borgo Piave erano però già intervenuti i sequestri che avevano impedito l'ultimazione dei lavori, per via Roccagorga la revoca del Ppe del quartiere R6-Isonzo era arrivata a cantiere ultimato e il palazzo è attualmente abitato. In particolare su quest'ultimo caso era scoppiata la polemica perché da tempo l'ordinanza era pronta, ma non era mai stata firmata dai dirigenti che in passato si era avvicendati alla guida dell'urbanistica, circostanza che creava non poco imbarazzo per la presenza, tra gli inquilini, del figlio del sindaco Damiano Coletta. Imbarazzo che l'assessore Castaldo aveva respinto legittimando l'attività dei dirigenti e il primo cittadino aveva dribblato accusando i cronisti di avere messo in piedi una "macchina del fango di natura politica". La firma di oggi invece conferma che l'ordinanza era un atto dovuto, come del resto era stato fatto già tre anni fa per il quarto edificio coinvolto nell'annullamento dei Ppe, quello di via Ombrone.