Con l'attuale bando in scadenza, l'Ares 118 si sta apprestando ad affidare il servizio di soccorso alle onlus, senza garanzie per gli operatori professionali attualmente impiegati sulle ambulanze, a vantaggio dei volontari che garantiscono l'abbattimento dei costi a discapito però della qualità del servizio. Una situazione di per sé già drammatica, che i vertici dell'azienda regionale hanno prospettato anche peggiore per il futuro: se col nuovo appalto alcuni lavoratori potrebbero mantenere l'occupazione, visto che le associazioni di volontariato non garantiscono la copertura di tutte le potazioni regionali, in futuro tutti gli operatori rischiano concretamente di perdere il posto di lavoro. Lo ha annunciato il direttore generale dell'Ares 118, Maria Paola Corradi, incontrando una rappresentanza dei lavoratori che hanno organizzato per la mattina di mercoledì 15 gennaio, a partire dalle ore 9, una grande manifestazione di protesta davanti alla sede della Regione Lazio. «Ci è stato detto chiaramente - spiega Vinicio Amici, promotore dell'iniziativa e rappresentante dei lavoratori pontini - che la Regione intende arrivare all'internalizzazione del servizio, assumendo nuovo personale senza garanzie per i lavori impiegati attualmente. Gli infermieri verrebbero assunti attingendo dalle graduatorie dell'ospedale Sant'Andrea, mentre autisti e barellieri individuati rispettivamente con un nuovo concorso e attraverso le liste di disoccupazione». I numeri della manovra sono imponenti perché sono circa 1.700 i soccorritori coinvolti in tutto il Lazio che rischiano di restare senza lavoro, disperdendo una professionalità che da anni garantisce il servizio nonostante i tagli continui.