È durata pochi giorni l'illusione che l'Ares 118 potesse trovare un punto d'incontro con i lavoratori del soccorso sanitario per garantire i livelli occupazionali. Il nuovo vertice di oggi, tra la direzione dell'azienda regionale e i rappresentanti dei lavoratori, è servito soltanto a confermare quanto emerso nel primo incontro: ovvero che tutti gli operatori attualmente impiegati nell'appalto in scadenza, rischiano di perdere il lavoro entro i prossimi tre o quattro anni. La revoca della delibera per l'affidamento del servizio in maniera provvisoria alle associazioni di volontariato, sarebbe in realtà solo un passaggio dovuto per correggere alcuni dettagli. La linea della Regione Lazio resta infatti l'affidamento alle onlus per i prossimi anni, dopo la scadenza ormai prossima dell'attuale gestione in mano ai privati, in vista dell'internalizzazione del servizio che punterà sull'assunzione di nuovo personale. L'impiego dei volontari comunque non garantirà la copertura totale del servizio e per questo le aziende private continueranno a operare, ma una parte degli operatori attualmente impiegati perderanno il posto di lavoro. E la stessa sorte, stando all'orientamento dell'Ares 118, toccherà anche a tutti gli altri quando la Regione avrà ultimato l'opera di internalizzazione delle ambulanze. Alla luce di quanto emerso anche nell'incontro di oggi, i soccorritori si stanno organizzando per le iniziative del caso, a partire dalla protesta in programma per la prossima settimana davanti alla sede della Regione Lazio di via Cristoforo Colombo a Roma.
Il caso
Ares 118 conferma: a rischio i posti di lavoro dei soccorritori
Latina - Nulla di fatto nel secondo incontro tra l'azienda regionale e i rappresentanti dei lavoratori, centinaia di famiglie sull'orlo del baratro