I fenomeni di dissesto idrogeologico che stanno interessando il territorio di Anzio finiscono sul tavolo del presidente della Regione Lazio e dell'assessore all'Ambiente del medesimo ente.
Il consigliere regionale di Fratelli d'Italia, Giancarlo Righini, ha infatti presentato un'interrogazione volta proprio a conoscere «quali azioni si intendano intraprendere per risolvere una situazione che si protrae ormai da troppo tempo e che sta disperdendo parte di un patrimonio culturale e naturale dal valore inestimabile».
Righini ha preso le mosse dal crollo che, nelle scorse settimane, ha interessato l'area archeologica che si trova all'interno della Riserva naturale regionale di Tor Caldara, con una porzione di villa romana che ha ceduto ed è finita in spiaggia. «Con il distacco della falesia - ha infatti ricordato Righini - vengono portati sulla spiaggia reperti fossili, mosaici e testimonianze storiche di estremo valore. La spiaggia, però, è aperta: nonostante sia stata spesso interdetta da transenne, le frequenti mareggiate hanno rimosso di continuo i segnali di divieto, col risultato che gran parte di questi reperti archeologici viene trafugata. E senza contare come la zona sia pericolosa per i passanti».
L'occasione, per Righini, è stata utile anche per chiedere la conclusione dell'iter relativo all'istituzione del monumento naturale "Villa e grotte di Nerone e relativa area archeologica marina", che potrebbe in qualche modo consentire la tutela anche di quest'area che, purtroppo, non è stata esente da crolli.