La Procura di Trento ha chiuso l'inchiesta sulla frode del gasolio che arrivava dall'estero e a distanza di sette mesi dall'emissione dei provvedimenti restrittivi, il prossimo 4 giugno inizierà il processo in Tribunale a Trento. Il pubblico ministero - alla luce degli elementi che sono stati raccolti in fase di indagini preliminari - ha puntato sul giudizio immediato, un rito previsto dal codice quando c'è l'evidenza della prova. Due imputati difesi dagli avvocati Oliviero Sezzi e Beniamino Migliucci, punteranno sul giudizio abbreviato e potranno beneficiare in questo modo sulla riduzione di un terzo della pena.  Il sodalizio si sviluppava tra Latina e Ardea e aveva architettato - secondo le indagini - un sistema per importare carburante di contrabbando dalla Polonia e in questo modo aveva aggirato il pagamento delle imposte. Lo scorso ottobre erano state eseguite dieci misure cautelari e gli investigatori avevano sequestrato 83mila litri di carburante e due depositi oltre a 18 Rolex e decine di migliaia di euro in contanti. Nell'inchiesta «Gasoline», al vertice dell'organizzazione - secondo gli inquirenti - ci sarebbe l'amministratore di una ditta pontina specializzata nella vendita e distribuzione di carburanti. Secondo gli inquirenti trentini, proprio la provincia di Latina era considerata il centro delle attività illecite di stoccaggio. L'accusa contestata è quella di associazione epr delinquere finalizzata all'evasione delle accuse sui carburanti per veicoli industriali . Gli accertamenti erano stati condotti dal Procuratore Capo di Trento Sandro Raimondi e le indagini erano state condotte dalla Mobile di Trento, diretta dal dirigente Tommaso Niglio, in passato capo della Squadra Mobile di Latina.