A luglio 2017 saranno tre anni dall'intitolazione del parco comunale ai giudici Falcone e Borsellino, ex parco Arnaldo Mussolini, un fatto scolpito nella memoria della città per il suo significato ma anche per gli strascichi polemici che ha causato. Quel giorno, in occasione della visita dell'allora presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, il parco fu tirato a lucido per la cerimonia con panchine riverniciate, un verde ordinato e curato, l'attenzione e la cura agli arredi a restituire l'immagine di una cartolina per dare lustro a un giorno e a un evento importante. Oggi i propositi di bellezza e decoro legati a quel parco sono un ricordo e non è neanche il periodo in cui è messo peggio: erba non tagliata, camminamenti pericolosi, il viale interno sfondato dalle radici, rami a terra da giorni. Oltre al problema dell'erba alta, colpisce anche lo stato di abbandono generale del parco, una situazione generale di degrado che si mostra a famiglie e ragazzi che decidono di frequentare l'area. Una fotografia comune ad altri parchi come l'Oasi Susetta Guerrini, oggetto poco tempo fa delle rimostranze dei cittadini e della richiesta di revoca di intitolazione da parte della figlia discussa proprio ieri in commissione toponomastica.
Eppure l'amministrazione targata Lbc si industria da due anni per dare alla bellezza un valore specifico e così assolutizzato da averne fatto un assessorato. Un settore omnicomprensivo di decoro, qualità urbana, beni comuni e, appunto, Bellezza, inserito nella macrostruttura dell'ente e finalizzato alla «valorizzazione del patrimonio comunale, della manutenzione degli edifici pubblici, parchi e giardini». L'idea era nobile e importante, il fine pure, ma la realtà oggi disegna un quadro critico e molto lontano dalle buone intenzioni. Giorni fa l'area era stata oggetto di una segnalazione di casapound. «Quello che doveva essere un fiore all'occhiello, il Parco Falcone e Borsellino, soprattutto dopo il cambio del nome così impellente, versa in condizioni a dir poco pietose - aveva detto il responsabile Marco Svastano - forse il servizio decoro del Comune si è ispirato alla selva oscura di Dante».