L'ex consigliere regionale Gina Cetrone ha impugnato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Antonella Minunni e il suo legale ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame di Roma.

In attesa della risposta relativa a una misura meno afflittiva che era stata presentata al magistrato che aveva firmato il provvedimento subito dopo l'interrogatorio di garanzia, a breve sarà fissata la data del ricorso. Sono diversi i punti su cui l'avvocato Lorenzo Magnarelli, che assiste Gina Cetrone, punta, a partire dall'assenza di coinvolgimento della Cetrone nella vicenda. E poi la difesa sostiene che la qualificazione giuridica del fatto sia diversa rispetto a quella di estorsione: si tratta infatti di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, per cui non è prevista la misura restrittiva.

E' una ricostruzione su cui la difesa fa affidamento per ribaltare un quadro indiziario costruito dai magistrati dell'Antimafia Luigia Spinelli, Barbara Zuin e Claudio De Lazzaro, sulla scorta delle coerenti dichiarazioni rilasciate in tempi diversi dai collaboratori di giustizia e in base anche ad altri elementi che sono stati raccolti in merito all'estorsione ai danni di un imprenditore abruzzese. 

Intanto domani nel Tribunale di Roma il magistrato che ha firmato il provvedimento restrittivo conferirà l'incarico a un medico per stabilire l'incompatibilità - come richiesto dalla difesa - con il carcere per Umberto Pagliaroli, ex marito di Gina Cetrone detenuto in carcere anche lui.