Chi se le ricordava più le bidelle? Per oltre venti anni stavano da qualche parte, infilate dentro contratti sbilenchi, e ieri mattina sono ricomparse in una drammatica protesta che si è svolta sotto la sede dell'Ufficio scolastico provinciale. Venticinque donne si sono incatenate in modo simbolico per protestare contro la loro esclusione dall'elenco di ammissione al contratto con il Ministero dell'Istruzione che partirà il primo marzo prossimo e che, di fatto, sanerà la loro situazione di precarie. Complessivamente sono 60 le lavoratrici escluse dalla graduatoria, un terzo di tutti quelli che hanno presentato la domanda e che sono in possesso dei requisiti previsti dal bando. Si tratta di operatori che si occupano di pulizia nelle scuole, la maggior parte dei quali ha iniziato questo lavoro nel lontano 1996 nell'ambito dei cosiddetti interventi «socialmente utili», nello stesso momento in cui la pubblica amministrazione diceva addio ai bidelli. Le stesse persone hanno continuato a svolgere quelle mansioni fino al 2019, passando però da una società all'altra. Fino al 2001 erano inquadrati nell'organico di varie cooperative che effettuavano il servizio nelle scuole, dopo il 2001 sono state assunte dalle società aggiudicatarie degli appalti su base Consip e ora, dopo la brutta esperienza degli appalti, si è deciso di internalizzare il servizio. In pratica torneranno i bidelli di un tempo, o quasi. Il 96% di questo personale è composto da donne.
Il fatto
Bidelle incatenate per l'assunzione. La protesta
Latina - Questa mattina la protesta sotto la sede dell’Ufficio scolastico. Dal primo marzo diventeranno dipendenti del Ministero