Avevano la possibilità di prendere delle informazioni relative alla salute delle vittime. Nella maggior parte dei casi i bersagli erano sempre anziani che soffrivano di patologie neurovegetative. E' il risvolto che emerge nelle indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Latina, diretti dal maggiore Carlo Mario Segreto, che hanno permesso di arrestare due napoletani che hanno truffato decine e decine di persone. Uno degli indagati al termine dell'interrogatorio è tornato in libertà, l'altro che ha 48 anni, anche lui di Napoli è invece in carcere.
L'ultimo episodio avvenuto il 28 gennaio scorso alle 10 in pieno centro a Latina, in viale Marconi, è molto emblematico e testimonia il cinismo di chi pianifica e poi cerca di portare a termine la truffa. Senza scrupoli. Da una parte c'è il 48enne che tradisce una inflessione campana ma che cerca di mascherarla provando maldestramente a imitare l'accento romano e a troncare alcune parole. L'atteggiamento è molto sicuro quando chiama al telefono fisso di una famiglia del capoluogo. La scusa è quella di un risarcimento e di soldi che deve ricevere: 16mila euro. C'è un momento in cui l'anziana donna che risponde al truffatore e ad un certo punto si insospettisce e non riconosce la voce del figlio. "A me sembra che non sia la voce tua, come mai?". E la risposta è immediata. «A mà so io, sto solo raffreddato, nient'altro». E la donna come ogni mamma che si preoccupa del figlio risponde. «Statte attento Gianlù». E lui. "E' lo so, passo in farmacia".
Il fatto
Latina, truffe agli anziani: il cinismo di un indagato al telefono
Latina - La brillante inchiesta condotta dai carabinieri della Compagnia di Latina