Obbligo di firma per un uomo d'origine tunisina residente ad Anzio e arresti domiciliari per un cittadino romeno di Latina. Sono queste le decisioni prese dal giudice del Tribunale di Velletri per i due operai arrestati nelle scorse ore in un capannone di Santa Palomba, alla periferia di Pomezia, e portati originariamente in carcere per l'ipotesi di reato di riciclaggio.

I carabinieri della Stazione di Pomezia - afferenti alla locale Compagnia diretta dal capitano Luca Ciravegna - li avevano sorpresi a smontare e tagliare i pezzi di due veicoli poi risultati rubati qualche giorno prima in provincia di Lucca: a quel punto, valutata, la situazione, è scattato l'arresto per entrambi, poi convalidato dal giudice che ha deciso per le misure dei domiciliari e dell'obbligo di firma.

Nel medesimo contesto - sempre per riciclaggio - sono state denunciate altre tre persone, tutti italiani di Anzio.

Stavano smontando e tagliando parti di veicoli che, con rapidi controlli, sono risultati rubati qualche giorno prima in un centro della provincia di Lucca. A quel punto, sono stati arrestati per riciclaggio, mentre altre tre persone - facenti parte della stessa ditta - sono state denunciate a piede libero.

E' questo quanto accaduto nelle scorse ore a Pomezia, dove i carabinieri della locale Stazione - afferenti alla Compagnia guidata dal capitano Luca Ciravegna - hanno arrestato due operai che, in un capannone dove ha sede una ditta di autotrasporti, stavano smontando e tagliando pezzi di veicoli risultati rubati in base a una denuncia presentata in Toscana.

I carabinieri hanno quindi provveduto a condurre i due uomini nel carcere di Velletri.

di: Francesco Marzoli