Negli angoli degradati della periferia trovano spazio facilmente i rifugi di fortuna e le piazze di spaccio a cielo aperto, il livello più basso e aspro della microcriminalità. Una realtà difficile, che non risparmia neppure quelle zone che cercano strenuamente di svincolarsi dai margini, come la nascente Porta Nord, a Latina, ostaggio di pusher e consumatori di droga, i nuovi padroni dell'incompiuto parco di collegamento tra i quartieri Villaggio Trieste e Pantanaccio, divisi dal canale delle Acque Medie e da ciò che resta di un comparto industriale praticamente dismesso. Un destino contro il quale alcuni cittadini combattono quotidianamente, assumendosi anche il rischio di ribellarsi in prima persona agli spacciatori.
La situazione sta diventando a dir poco rovente, soprattutto da quando lo spaccio a cielo aperto ha iniziato a diventare un'abitudine. Basti pensare che domenica un residente di via Selene si è lanciato all'inseguimento di uno sconosciuto pusher, uno degli abitué della zona, che a suo dire aveva ceduto una dose a una ragazzina. L'inseguimento si è prolungato tra via Pantanaccio e il canale delle Acque Medie, dove il fuggitivo è riuscito definitivamente a far perdere le proprie tracce. Una scena di quelle che si ripetono sempre più spesso nel circondario: in questi giorni uno degli inquilini delle case popolari di recente costruzione, si è reso protagonista di episodio del tutto identico.
A Porta Nord lo spaccio e il consumo di droga ruotano attorno al ponte pedonale sul canale, ovvero quello che doveva essere il simbolo del recupero di una zona degradata della città, l'anello di congiunzione tra i quartieri. Sul ponte si danno appuntamento venditori e acquirenti, mentre sotto, sulla sponda lato Villaggio Trieste, i tossicodipendenti hanno improvvisato il giaciglio per il consumo degli stupefacenti, come testimoniano le siringhe, ma soprattutto le bottigliette d'acqua con un piccolo foro poco sotto il tappo, strumento chiave per l'ultima frontiera dello sballo: quel foro serve per infilare la cannuccia, che consente di fumare eroina o cocaina a seconda dei casi, ovvero inalare la sostanza scaldata con l'accendino sulla stagnola bucherellata messa appositamente al posto del tappo. Lì sotto, di bottiglie, ce ne sono decine, a testimonianza del fatto che quel luogo è molto frequentato e la pratica viene ripetuta con frequenza: di fatto, ha sdoganato il consumo di droghe a basso costo come l'eroina, prima associate solo all'iniezione.
Il problema per Porta Nord è duplice. Da un lato la questione sociale, che prescinde dal luogo, dall'altra il degrado che interessa quell'angolo della città: quel ponte pedonale che affaccia sul nulla si presta a fenomeni di questo genere e intanto i tempi sulla realizzazione del parco sull'altra sponda del canale sono ancora in certi. Il Comune aveva intercettato i fondi statali per il recupero delle zone urbane degradate, prendendo in considerazione un'area di circa cinque ettari, ma è saltata fuori la grana delle particelle ancora intestate ai privati che solo di recente hanno vinto il braccio di ferro per la realizzazione di cubature residenziali in quella zona e dovrebbero stipulare un accorto con l'ente locale per la cessione degli spazi destinati appunto al verde pubblico.