A casa in televisione guardano soltanto serie tv. E' un modo per staccare con il mondo, con tutto quello che si dice, si vede e si pensa in questi giorni lunghissimi. E' una strada,  l'unica per isolarsi anche dal punto di vista emotivo dopo che il Coronavirus è arrivato anche qui, a Borgo Podgora, alle porte di Latina. «Sì, guardi, quando ci sono i telegiornali o gli speciali dove si parla di Coronavirus cambiamo canale, basta».
La moglie del primo paziente contagiato a Latina, una donna che ha 50 anni, è in quarantena, insieme ai due figli: due studenti. Anche lei ha fatto il tampone. «Sto molto bene, anche i miei figli fortunatamente», ripete con una voce molto sicura capace di trasmettere serenità anche se è al telefono e il momento che attraversa è duro. «In questo momento la problematica più grande è che non riesco a comunicare con lo Spallanzani dove è ricoverato mio marito per sapere le condizioni. Ecco, non ho un interlocutore. Loro stanno lavorando moltissimo, medici e infermieri stanno facendo il possibile e questo lo so bene ma non riesco ad avere notizie aggiornate. So soltanto che la situazione è stabile». Come sono andati i fatti?
«Mio marito è una persona che gode di ottima salute, mai avuto un problema serio. E' uno che non si ammala mai», spiega. Dove è avvenuto il contagio?. «Me lo hanno chiesto tutti e me lo continuano a chiedere, non abbiamo fatto viaggi nel Nord Italia in Lombardia o in Veneto o dove ci sono stati i focolai, niente di tutto questo». L'ipotesi confermata dalla Asl è che sembrerebbe identificato il link epidemiologico con un trasportatore che è stato nelle zone rosse (Lombardia ed Emilia Romagna) ma quando l'emergenza non era ancora come quella di questi giorni. La cosa che colpisce nella ricostruzione dei fatti della donna, è la velocità con cui il quadro clinico è precipitato.
E' successo tutto nel giro di poco tempo e nessuno immaginava di dover fare i conti con il Covid-19. «Lo sa perché? All'inizio era una normale influenza, mio marito era raffreddato, aveva una tosse secca, nel fine settimana, non è andato al lavoro, poi nel giro di una giornata, a partire da lunedì la situazione è precipitata, parliamo di un uomo che non sta mai male, una persona che non si lamenta. Ad un certo punto ha avuto difficoltà respiratorie e ho chiamato il 118. Sono arrivati lunedì pomeriggio verso le 16,30 e lo hanno portato in ospedale in codice rosso, aveva l'ossigeno quando l'ho salutato, è l'ultima volta che l'ho visto, è questa anche l'ultima immagine che ho. E' stato tutto abbastanza veloce, ad un certo punto quando è arrivata l'ambulanza, non riusciva a tenersi in piedi. Adesso spero che mi arrivino buone notizie all'ospedale e dopo che ho finito di parlare con lei chiamo allo Spallanzani. Speriamo bene».