Erano gli anni compresi fra il 1943 e il 1944: mesi tristi per il mondo e, in particolare, per i territori a sud di Roma, con la popolazione di molte città costretta allo sfollamento. Un esilio forzato, che conseguentemente portò alla sospensione della celebrazione delle Messe nelle diverse Chiese.
E oggi, a distanza di oltre 75 anni da quei giorni, accade la stessa cosa, ma a causa del Coronavirus: stamattina, infatti, il vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro - con la Diocesi che ricordiamo includere i territori di Aprilia, Nettuno, Anzio, Ardea e Pomezia, oltre che Lanuvio - ha inviato ai sacerdoti una "notificazione", attraverso la quale, alla luce del comma "v" dell'articolo 2 del Decreto del presidente del Consiglio dei ministri firmato stanotte, le Chiese potranno restare aperte, ma tutte le cerimonie (compresi i funerali) sono sospese.
Insomma, fatta salva in via straordinaria la giornata di oggi (proprio al fine di comunicare a tutti cosa accadrà, ma prendendo le dovute precauzioni) da domani al 3 aprile (un venerdì, ossia quello precedente alla Domenica delle Palme) scatta lo stop a tutte le funzioni religiose nelle Chiese della Diocesi di Albano.