Nella serata di ieri, i detenuti di alcune sezioni del vecchio reparto del carcere di Velletri hanno protestato battendo le inferiate e lanciando cibo in corridoio, oltre che della carta incendiata. A denunciare il fatto sono il segretario generale e il presidente del Si.P.PE. (Sindacato Polizia Penitenziaria), rispettivamente Carmine Olanda e Alessandro De Pasquale. "La protesta messa in atto - commenta Olanda - sembrerebbe essere scaturita da alcune notizie che i detenuti hanno appreso dai TG su un provvedimento che dovrebbe sospendere i colloqui con i propri famigliari. Durante la protesta dei detenuti sono intervenuti il direttore ed il comandante del carcere che hanno cercato un dialogo con i detenuti per spiegare che il provvedimento era stato sospeso in attesa di in nuovo provvedimento meno restrittivo. La protesta si è conclusa verso le 22:30 senza danni alle persone".
"Da un'attenta lettura del comunicato stampa del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede - conclude De Pasquale - dopo alcune gravi proteste di alcuni Penitenziari, come Frosinone, Modena, Poggioreale, Bari, si sembra percepire il seguente messaggio: "Fratelli, la messa è finita, andate in pace". Da non credere! Le definisce "manifestazioni". Hanno distrutto i carceri. Bonafede, invece, riferisca in parlamento sullo stato della sicurezza delle carceri italiane. Questo tentativo di minimizzare un fatto grave preoccupa la Polizia penitenziaria e i cittadini che dal Governo si aspettano sicurezza. Basta! - replica Olanda - è giunta l'ora che il Ministro della Giustizia ci dica quali compiti deve avere la Polizia Penitenziaria all'interno degli Istituti, se deve indossare un camice bianco oppure una divisa. Ci vuole una riforma della giustizia che permette di entrare in carcere solo per condanna definitiva - escluso i reati di varia importanza - dando al giudicabile gli obblighi di dimora limitandolo nel suo territorio in attesa di condanna definitiva. Così facendo si risparmierebbero 130,00 euro al giorno a detenuto , oltre al sovraffollamento detenuti. Ci aspettiamo fatti, non semplici sorrisini e promesse mai mantenute".