Un caffè al volo, seguendo rigorosamente le norme sulla distanza contrassegnate da delle ics a terra fatte con il nastro adesivo, prima di andare al lavoro o di tornarsene a casa. La protezione civile consegna a domicilio i medicinali per i più anziani, e nei bar si entra soltanto due alla volta: è una piazza vuota quella di Roccagorga, che vede i suoi maggiori punti di ritrovo chiusi, per adeguarsi al nuovo decreto del governo per la lotta al Coronavirus. In mezzo al silenzio generale, un luogo cattura l'attenzione perché attualmente chiuso: è il centro anziani.
Grazie al senso civico del suo responsabile Stefano, la struttura era stata chiusa già dopo il primo decreto, per la tutela di quelli che chiama "i suoi anziani".
«Di solito apro anche a Natale o nelle festività per non lasciarli soli, ma questa è una situazione di emergenza. Qualcuno bussa ancora alla porta, sperando di trovare aperto e passare il tempo con amici a giocare a carte e ritrovare quella quotidianità che ormai non sentono. Sono rimasti orfani di un loro pezzo di vita importante, ma dobbiamo adeguarci alle disposizioni del governo».
Una condotta responsabile, apprezzata dalla cittadinanza e soprattutto condivisa dagli anziani, la cosiddetta "categoria più a rischio", come si può vedere anche dalla testimonianza di Giovanni, 75 anni: «All'inizio non ci volevo credere, speravo che non fosse grave. Quando il riunirsi al centro anziani è un'abitudine, non muoversi diventa difficile ma capisci che il rischio è alto e lo si deve accettare. Qualcosa di positivo c'è: ho riscoperto la mia famiglia, il piacere di stare davanti al fuoco o alla TV, con il sorriso».
Nonostante non facciano nulla per nascondere la propria paura, si mostrano attenti e rigorosi nel rispettare le norme presenti nel decreto, per evitare di mettere a rischio sé stessi e gli altri come nel caso di Felice, 83 anni: «Di solito sono abbastanza attivo e mi piace uscire in piazza. Ora però non posso frequentare né bar né il centro sociale, perché bisogna restare a casa. La paura ovviamente c'è, non è una cosa da sottovalutare: bisogna attenersi alle regole e prima o poi tutto si risolverà».
Anche il presidente della struttura, Augusto, ci tiene a sottolineare l'importanza del rispetto delle regole. «Gli anziani sono disorientati e non vivono bene questa situazione, ma bisogna attenersi alle direttive e tutto andrà meglio. Io stesso sono preoccupato: ho 73 anni e cerco di dedicarmi all'orto sotto casa in solitudine. Ai giovani voglio dire di non sottovalutare il pericolo, perché è una cosa che riguarda tutte le fasce d'età».
Ancora una volta dunque, l'esempio più importante arriva proprio da loro: spesso considerati come "tesori" della famiglia, andrebbero ascoltati e seguiti di più. Si trovano ad affrontare l'ennesimo sacrificio, ma lo fanno con il sorriso e soprattutto il senso civico che li ha sempre contraddistinti.