Superano quota venti i tamponi effettuati tra gli operatori, sia medici che infermieri, all'interno dell'ospedale Icot di Latina per scongiurare la diffusione del contagio tra i colleghi entrati in contatto col dipendente risultato positivo al Coronavirus. Non è escluso infatti che il paramedico finito in osservazione domiciliare, possa avere avuto contatti sul posto di lavoro dopo essere stato contagiato, prima di scoprire la positività. Ricostruendo i movimenti del dipendente, infatti, è emerso che aveva frequentato il luogo di lavoro in un periodo compatibile con l'incubazione del Covid-19 e, sebbene durante il lavoro i dipendenti dell'Icot utilizzano le protezioni individuali, comunque l'operatore di sala operatoria potrebbe avere avuto contatti ravvicinati con i colleghi negli ambienti a loro riservati, come nel cambio turno oppure durante le pause. Nel rispetto delle norme di prevenzione adottate anche dalla struttura sanitaria di via Faggiana, i dipendenti più a rischio sono stati sottoposti al test con tampone tra giovedì e ieri, inoltre tutti gli operatori della clinica sono monitoraggio quotidianamente, più volte al giorno con le misurazioni della temperatura corporea, per accertare l'assenza di sintomatologia. La sanficazione degli ambienti di lavoro ovviamente è continua, come si attiene a una struttura sanitaria come quella. Oltretutto presso l'Icot, ospedale privato che lavora in convenzione con la sanità pubblica, sono state trasferite alcune delle attività che, presso l'ospedale Santa Maria Goretti, hanno lasciato il posto alla gestione dell'emergenza Coronavirus.