Nemmeno il coronavirus ferma la battaglia tra la società Costruzioni Generali e il Comune di Latina, diventata quasi un romanzo a puntate. Dai risvolti affatto scontati. Ad ogni modo l'udienza è stata per ora fissata al 17 aprile 2020 ed è dunque certo un rinvio dell'esame del ricorso con cui la Costruzioni Generali srl, rappresentata dagli avvocati Romina Raponi e Manuela Milani, chiede l'annullamento dell'ordinanza 382 del 17 dicembre 2019 e inerente l'intimazione ad abbattere le opere abusive del cantiere di via Quarto. Opera realizzata in base a quanto stabilito dal Piano particolareggiato R3 che è stato annullato. Come si sa il Ppe è stato «difeso» in diverse sedi da tutte le società di costruzione coinvolte nelle statuizioni degli stessi, nel senso che quei piani davano la possibilità di avere una disponibilità di cubature sparite con il successivo annullamento. La legittimità degli annullamenti è stata validata in tutte le sedi amministrative e quindi il Comune ha avviato l'iter per la demolizione delle opere abusive. La Costruzioni Generali srl impugna quella di via Quarto e la medesima strada viene percorsa da altri costruttori per vicende analoghe. Sullo sfondo si staglia l'ombra di una gigantesca richiesta di risarcimento del danno. La stessa Costruzioni Generali ha già anticipato di aver subito danni per 7,5 milioni di euro per aver dovuto interrompere un'opera che era stata avviata su regolare autorizzazione dell'ente e perché era in vigore un piano urbanistico passato in Giunta e di cui nessuno sospettava l'illegittimità. Dunque l'ente se ha avuto ragione circa la validità degli annullamenti adesso, secondo i privati colpiti dalle ordinanze di demolizione che ne conseguono, debbono pagare i danni.