Tra la riservatezza di una stanza e la riservatezza del Corso principale della città oggi non c'è quasi differenza. Niente paradossi, è che il coronavirus ci regala la privacy perfino per strada, nel cuore della città, dove puoi startene mezz'ora a parlare col sindaco e prendere appunti senza che niente sopraggiunga a interrompere la conversazione. Una cosa impensabile fino a ieri.
Tra gli effetti collaterali dell'emergenza coronavirus ce ne sono alcuni che sembrano essere di segno positivo: il pericolo del contagio e l'imposizione di regole di condotta fortemente omologanti ci rendono tutti uguali, azzerano le differenze, accorciano le distanze, spazzano via gli steccati ideologici e culturali. Parlando col sindaco Damiano Coletta, sembra che anche lui abbia scoperto una città diversa, fatta di gente a posto che sa fare squadra quando ce n'è bisogno, e riconosce di avere una macchina amministrativa che all'occorrenza sa funzionare come si deve.

Non è così, sindaco?
«In un certo senso è così. Ritengo che Latina si stia comportando in maniera corretta, i cittadini stanno rispettando le misure disposte dal Governo e noi, come Comune, stiamo facendo la nostra parte con grande senso di responsabilità. I controlli ci sono, tutte le forze dell'ordine stanno operando con professionalità e buonsenso e - premesso che a scrivere le regole in questa emergenza è il Governo - tutti i provvedimenti che ho preso come Sindaco hanno avuto un unico obiettivo, quello di tutelare la comunità. Anzi voglio elogiare tutta la macchina amministrativa del Comune perché sta dimostrando di avere competenza e senso di responsabilità. Ho trovato una vera e propria squadra in cui tutti danno il massimo con grande impegno. Ma questo vale per tutta la città di cui sono orgoglioso di essere il primo cittadino. Latina si sta dimostrando generosa, solidale e rispettosa delle regole».

Tra picchi e discese, insieme all'attenuarsi del contagio, i cittadini chiusi in casa avvertono la sensazione di avercela fatta, o quasi, e cominciano a domandarsi come sarà il dopo. Come sarà?
«I dati confortanti degli ultimi giorni non devono farci rilassare, la strada è ancora lunga e nessuno deve abbassare la guardia. Ognuno di noi deve essere consapevole che ci vorrà ancora del tempo. Siamo comunque pronti a fronteggiare eventuali emergenze, il Goretti è stato trasformato in Ospedale prevalentemente Covid. I provvedimenti adottati in maniera scalare credo siano stati efficaci nel creare la cultura della consapevolezza. Ma servono ulteriori sforzi. Soprattutto in questa fase che è la più delicata. Dobbiamo mantenere il nostro equilibrio mentale e fisico. Dipende sempre da noi. Nello stare a casa. Specialmente ora. Resilienza».