Nella mattinata di ieri, sabato 4 aprile, gli agenti del Commissariato di Polizia di Gaeta traevano in arresto un uomo di Itri, già noto alle forze dell'ordine e giunto in città per estorcere del denaro ad un ragazzo del posto, nonostante i provvedimenti emergenziali tesi a contrastare la pandemia in atto vietassero ogni tipo di spostamento. Nei giorni scorsi, un ragazzo residente a Gaeta si recava presso il locale Commissariato, inizialmente intenzionato solo a chiedere informazioni in merito a problemi economici che lo attanagliavano.

Si trattava di un giovane che da pochi mesi era rimasto disoccupato, convivente con una ragazza madre e in attesa del loro primogenito. Proprio a causa dello sfavorevole periodo di ristrettezze connesso all'emergenza Coronavirus, il ragazzo era di fatto impossibilitato a trovare lavoro, anche di tipo saltuario o stagionale. Dall'ascolto dei racconti del malcapitato, i poliziotti subito intuivano che in realtà, egli era vittima di fatti ben più gravi. Parlando dei suoi problemi, così il giovane si determinava a raccontare tutto quanto lo preoccupava ed a formalizzare denuncia contro un imprenditore di Itri che pretendeva da lui somme di denaro, man mano crescenti, dietro intimidazioni, inizialmente velate, poi sempre più esplicite. Da qui, partiva un indagine d'iniziativa della polizia giudiziaria che consentiva di documentare quanto raccontato, anche mediante l'estrapolazione di messaggi dallo smartphone del denunciate ed altri specifici accertamenti. In realtà al giovane, nell'arco di un paio di mesi, erano stati anche estorti assegni per un valore di migliaia di €uro, per riavere indietro i quali, avrebbe dovuto corrispondere somme di denaro.

Tutto prendeva le mosse da un presunto investimento che il malfattore proponeva alla vittima, illudendolo di fargli ottenere veloci guadagni. infatti, i due avrebbero dovuto portare a termine l'acquisto e la rivendita di prodotti elettronici. La vittima avrebbe dovuto corrispondere inizialmente il denaro mentre l'imprenditore doveva tenere i rapporti con i fornitori al fine di monetizzare e dividere i guadagni. Tuttavia quest'ultimo, una volta acquisiti gli assegni dal ragazzo li utilizzava per un proprio uso personale senza nulla corrispondere alla vittima se non l'onere di coprire i titoli.

Iniziavano, poi, le minacce da parte dell'imprenditore al fine di costringere la giovane vittima a consegnargli denaro in contanti per coprire i titoli di credito rimasti insoluti, che egli aveva illecitamente già utilizzato per fini personali e non per finanziare l'attività commerciale che inizialmente aveva fatto credere al malcapitato.

Una volta raccolti tutti gli elementi a carico di L.A., gli agenti predisponevano una delicata operazione di P.G. tesa ad assistere all'ennesima e definitiva dazione di denaro. All'orario e nel luogo concordato, abilmente appostati, i poliziotti osservavano lo scambio di soldi, dopodiché fermavano ed arrestavano L.A. a bordo della propria auto, però solo dopo che si fosse allontanato a distanza di sicurezza dalla persona offesa. A seguito del blitz, il denaro veniva recuperato e restituito all'avente diritto, mentre il pregiudicato è stato posto in regime di arresti domiciliari in attesa dell'udienza di convalida, così come disposto dalla competente autorità giudiziaria.