Ieri era il giorno della discussione davanti al Consiglio di Stato a Roma del ricorso presentato da tre avvocati di Latina in merito al nodo del doppio mandato di alcuni ex consiglieri dell'Ordine che lo scorso ottobre si erano dimessi dall'incarico.Una volta che il caso era stato discusso al Tar, in tre avevano impugnato il ricorso e ieri la parola è passata ai magistrati. Nelle prossime ore si conoscerà la decisione in merito all'azione che era stata intrapresa dagli avvocati Giovanni D'Erme e Nino Paolontanio in rappresentanza degli avvocati Aurelio Cannatelli, Umberto Giffenni e Denise Degni. Due mesi fa il Tar - aveva respinto la richiesta di sospensione degli atti che avevano portato allo scioglimento del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati e i giudici avevano sostenuto che «ricorrendo la circostanza oggettiva del venir meno della maggioranza dei componenti dell'organismo consiliare, non può trovare applicazione la possibilità di sostituire con scorrimento, i componenti decaduti subordinata alla permanenza del quorum sostitutivo». Il ricorso poggiava le basi su un punto: il blocco di avvocati dimissionari per la polemica con la presidenza in merito alla vicenda degli incarichi, non poteva dimettersi perchè non poteva essere eletta e quindi non si poteva candidare per la vicenda del doppio mandato. E quindi non era necessario neanche ricorrere a delle nuove elezioni.  Le parti hanno presentato delle memorie e nelle prossime ore si conoscerà la decisione dei giudici.

I ricorrenti hanno impugnato il decreto del Ministero della Giustizia che aveva sciolto l'Ordine degli Avvocati dopo le dimissioni in blocco del gruppo che faceva capo all'ex presidente dell'Ordine Gianni Lauretti.

Dall'altra invece l'Avvocatura dello Stato, il commissario dell'Ordine Giacomo Mignano, i cinque avvocati finiti al centro delle polemiche e poi del ricorso per la vicenda del doppio mandato oltre al Consiglio Nazionale Forense; sono assistiti dagli avvocati Toni De Simone e Giuseppe Gallinaro. La decisione del Consiglio di Stato avrà certamente un peso