Per anni la notizia di «malasanità» per antonomasia è stata la fila al pronto soccorso. E adesso? L'effetto che non tutti avevano calcolato sul coronavirus è stato una definitiva deflazione dell'afflusso al Pronto Soccorso. In molti non vanno perché non si tratta di vere urgenze, altri perché hanno paura del contagio nonostante il Goretti sia uno degli ospedali Covid del Lazio e abbia applicato un protocollo di accesso rigidissimo, che prevede due corsie separate, una per i pazienti Covid appunto e una per tutti gli altri. Per le visite dei pazienti non Covid prenotate il controllo avviene alla guardiania dove sono depositate le liste nominative per i pazienti che devono effettuare visite. I piani dedicati al Covid sono separati dagli altri e c'è persino il blocco dell'ascensore per il piano destinato a Covid. Ciò che si sta verificando nei pronto soccorso è una sorta di cartina di tornasole su ciò che accadeva prima, quando i pronto soccorso svolgevano una sorta di ruolo di supplenza del resto della rete di assistenza territoriale.
L'emergenza in corso e il timore del contagio stanno dimostrando che i numeri che si registravano fino a febbraio avevano una serie di anomalie evidenti. Resta comunque una percentuale di pazienti che cerca di non accedere in questo periodo a nessuna delle strutture sanitarie perché le associa a luoghi dove è più alto il rischio del contagio, cosa non vera.
I luoghi comuni e le bufale che stanno accompagnando questo periodo di emergenza non aiutano. Il protocollo regionale prevede che, comunque, per tutte le urgenze è possibile accedere negli ospedali in sicurezza perché dai primi giorni sono stati creati dei percorsi che evitano qualunque contatto e seguono regole precise anti contagio. I numeri dicono che i timori sono duri da sconfiggere anche davanti all'evidenza.
Il dato
Il Coronavirus ha azzerato le file al pronto soccorso
Latina - In molti non vanno perché non si tratta di vere urgenze, altri perché hanno paura del contagio nonostante il Goretti abbia un protocollo rigidissimo