Se c'è stato un aspetto positivo nel lockdown imposto e necessario per l'emergenza Covid, è che in questo periodo di stop forzato la natura aveva ricominciato a respirare. Le acque di fiumi e mari erano tornate blu, cristalline, mentre aree verdi e spiagge, una volta ripulite dai residui, mantenevano il loro aspetto naturale visto che nessuno avrebbe potuto sporcarle.

Poi, con la riapertura delle città, seppur parziale e con diverse limitazioni, questa breve parentesi si è conclusa: le foci sono tornate ad oscurarsi in diverse parti d'Italia e anche le spiagge sono nuovamente divenute bersaglio dell'inciviltà.

È successo anche alla Marina di Ardea. proprio ieri, infatti, accanto alle suggestive piante che caratterizzano la duna di Passo a Mare, via Enna, sono state rinvenute numerose mascherine chirurgiche e guanti, probabilmente utilizzati proprio per contrastare la minaccia Covid, abbandonati sulla sabbia.

A denunciare questo particolare ritrovamento è stato Michele Di Stefano, presidente dell'associazione Rivalutiamo la Marina di Ardea. Si potrebbe pensare che si tratti soltanto di "qualche rifiuto" in spiaggia, cosa sicuramente indegna e incivile, ma facilmente risolvibile. Eppure, la denuncia di Di Stefano fa emergere un altro problema: «Visto che siamo ancora in piena crisi epidemiologica - spiega il presidente - credo sorga il problema delle competenze per chi dovrà provvedere alla loro rimozione. Visto che sono solo pochi guanti e un paio di mascherine, avevamo pensato di rimuoverle noi come organizzazione di volontariato ambientalista, ma non vorremmo rischiare sia dal punto di vista sanitario che giuridico. A questo punto è meglio aspettare l'ente comunale preposto».