Attivato a Formia il sistema di videosorveglianza previsto dal progetto PLUS “Formia Smart City”. Quattordici punti strategici della città sono ora monitorati presso il comando di polizia municipale, con registrazione dei dati ai fini di eventuali verifiche.

“Le telecamere - spiega l’assessore alla Smart City Claudio Marciano - sono installate nel piazzale della Stazione ferroviaria e nell’area del porto, presso le ville comunali del centro, in Largo Paone, nella Pineta e sul lungomare di Vindicio e in prossimità di alcuni incroci. Il progetto premiato dai finanziamenti europei circoscrive l’area target alla zona compresa tra Vindicio e la rotonda dei Carabinieri. Per questo non si è potuto estendere l’operazione anche al resto della città. Alcune telecamere sono "brandeggiabili", controllate cioè in remoto e ruotate a comando fino a 180 gradi. Il software di gestione è aperto ed è possibile aggiungere in visuale anche altre telecamere”. “Certo – prosegue Marciano – molto c’è ancora da fare. Alcune telecamere sono piazzate in angoli poco utili e il vecchio sistema di videosorveglianza non è ancora integrato e perfettamente funzionante (copre altre 16 postazioni). Siamo ben lontani, e per fortuna, dal Panopticum. Formia dispone però di uno strumento utile per monitorare i suoi accessi principali e forse andrebbe esplorata la possibilità di dare in gestione tutto il sistema direttamente alle forze dell'ordine”. “E’ certamente un passo in avanti sul fronte della sicurezza – commenta il Sindaco Sandro Bartolomeo. Posso garantire a tutti che saremo attenti alla privacy ma è indubbio che la presenza di telecamere rappresenta un fattore importante di prevenzione ed uno strumento in più a disposizione delle forze dell’ordine. E’ un primo intervento, finanziato con i fondi europei del PLUS. Vogliamo integrare i quattordici punti monitorati con il vecchio sistema di videosorveglianza, così da arrivare a trenta telecamere dislocate sul territorio cittadino. E’ uno strumento utile - conclude il primo cittadino - e cercheremo di esportarlo anche nei quartieri periferici della città”.