L’allarme era di nuovo scattato quest’estate, quando fu dato il via libera ad un progetto di insediamento di un nuovo impianto di mitilicoltura nel Golfo, presso il litorale di Scauri. Un progetto poi bloccato e non se ne parlò più. Resta un fatto però: si attende da parte della Regione Lazio una posizione decisiva sul futuro dello specchio marino del sud pontino. Tanto più che c’è una data che si sarebbe dovuta rispettare. Piuttosto imminente, trattandosi del 22 dicembre 2015. Per questa data, infatti, gli impianti di Formia e Gaeta sarebbero dovuti essere modificati per consentire l’abbattimento delle sostanze nutrienti.

Ed a tale scopo, la giunta regionale Marrazzo e l’assessorato all’Ambiente Zaratti stanziarono 3 milioni e 600 euro, poi cancellati dalla successiva giunta. Il programma faceva parte della deliberazione regionale del 2010, che aveva dichiarato il bacino del Golfo di Gaeta come ‘area sensibile’. A citare questi passaggi è l’assessora alle Politiche Ambientali del Comune di Formia Maria Rita Manzo, che ricorda: «Si evidenziava quanto fossero inadeguati i sistemi di depurazione in rapporto alle forti criticità che il nostro mare presentava e che ancora, per alcuni versi, presenta.

Nelle aree dichiarate sensibili –spiega Maria Rita Manzo - è previsto il potenziamento degli impianti di depurazione con il conseguente abbattimento di circa l’80% di fosforo e azoto che costituiscono i principali fattori di inquinamento del mare». Ma il piano è rimasto nel cassetto, tanto che ora l’assessora sollecita la Regione, chiedendo «che si faccia uno sforzo in sede di esercizio finanziario 2016 per reinserire una somma da destinare, come previsto dalla delibera, all’adeguamento e potenziamento del sistema di depurazione e all’attesa delocalizzazione degli impianti di acquicoltura», perchè «la qualità delle acque del nostro litorale è nel tempo migliorata e questo significa che gli interventi sulla rete fognaria, il rifascimento delle spiagge, i rilevamenti sugli scarichi abusivi hanno prodotto risultati concreti.

Continuano però a registrarsi fenomeni di proliferazioni algali e mucillagini riconducibili a forme di inquinamento marino. Sarebbe irresponsabile abbassare la guardia. Lontano dalla stagione estiva, riproponiamo la necessità di un miglioramento strutturale delle condizioni tale da garantire a Formia il raggiungimento degli standard richiesti per il conferimento della Bandiera Blu». Per questo l’assessorato ha convocato Acqualatina perché relazioni sull’efficacia dei depuratori e sulle eventuali percentuali di abbattimento di nutrienti, sulla congruità della rete fognaria e sul piano degli investimenti dedicati al potenziamento del sistema di depurazione. «Contestualmente – conclude Manzo -, chiediamo alla Regione una nuova delimitazione dell’area sensibile».